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Bonus e Incentivi

Nuovo RdC, quanto si avrà dai 18 ai 59 anni: la cifra

Con l’arrivo delle nuova misura di supporto economico fra pochi settimane, cambiano anche le tabelle dei contributi e il raggio dei destinatari. Ecco come

INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

Le crisi globali, oltre ai noti effetti che le popolazioni conoscono a menadito, possono essere osservate in un duplice aspetto, da un punto di vista macroscopico: il primo è quello che spingono i governi, se vogliono mantenere un livello sufficiente di welfare e la tenuta del tessuto sociale, ad attivare delle misure economiche straordinarie al pari di vere e proprie manovre di bilancio fuori dai tempi istituzionali prescritti.

Per un secondo aspetto, integrato e speculare allo stesso tempo: che le stesse manovre economiche di emergenza, debbono misurare la distanza del loro raggio di azione all’interno delle stesse casse dello Stato. Nel caso dell’Italia, sovente, questa necessaria azione empirica porta al paradosso di far stringere la cinghia ai suoi stessi cittadini per finanziare l’aiuto nei loro confronti.

Nuovo RdC, dai 18 ai 59 anni si riceveranno queste cifre

INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

Ad ogni modo, non bisogna sottovalutare la sensibilità politica dei singoli governi che spesso rivolgono maggiori attenzioni ad una particolare realtà sociale piuttosto che ad altre. Se l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni è apparso in contiguità con le politiche economiche del governo Draghi, con la nuova legge di bilancio sono ben evidenziati, nero su bianco, i punti che fanno la netta differenza con gli orizzonti istituzionali degli ultimi anni.

Da un certo verso, le famiglie e i pensionati sono le categorie maggiormente attenzionati. Certo, i maggiori aiuti sono oggettivamente rivolti a nuclei particolarmente numerosi e a percettori di pensioni di medio livello, con insufficienti margini di aiuto nei confronti dei redditi più svantaggiati. A fronte di questo, sembra apparire come un torto la graduale estinzione del Reddito di Cittadinanza.

Nonostante la proroga per il 2023, lo strumento a contrasto della povertà cesserà dal 1° gennaio 2024, ma non prima dell’affrancamento della nuova MIA, la misura di inclusione attiva, a partire dal prossimo settembre. Nel frattempo, sono già attive le modifiche che hanno portato alla riduzione a 7 mensilità delle erogazioni e ad una sola proposta di lavoro offerta dal Centro per l’Impiego. La MIA proporrà definitivamente dal prossimo anno (ancora oggi previsto soltanto a livello di Decreto) un tetto ISEE fino a 7.200 euro e un tetto del reddito familiare fino a 6.000 euro. Inoltre, sono presenti due nuovi criteri con il quale gli aspiranti percettori dovranno prendere confidenza: Garanzia per l’inclusione” (GI), rivolta alle famiglie fragili con disabili, minori, over 59, che di tradurrà in un assegno mensile di 500 euro per 18 mesi, con l’aggiunta di un contributo per l’affitto di 280 euro per (il tutto rinnovabile dopo un mese di sospensione); “Garanzia per l’attivazione lavorativa” (GAL), che significa che se occupabili, i percettori tra i 18 e i 59 anni, riceveranno 350 euro mensili senza rinnovo. Se in famiglia è presente un secondo richiedente, il rateo sale a 175 euro in più.

Pubblicato da
Roberto Alciati