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Pensioni

Minimo di contributi per andare in pensione e cifra assegno

Pensione con un minimo di contributi, come raggiungere questo obiettivo secondo le attuali condizioni normative

Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

Le discussioni intorno alla riforma delle pensioni continuano in queste settimane, ma prevedere una soluzione è molto difficile almeno nell’immediato. Attualmente in Italia vige un sistema contributivo (per chi ha versato contributi solo a partire dal 1996) al quale si affianca quello misto (per chi ha contributi sufficienti prima della stessa data).

Questi sistemi sono organizzati secondo la legge Fornero che indica tra l’atro il limite di 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi versati per accedere alla pensione di vecchiaia. Ma a questa legge sono reviste delle deroghe ed eccezioni con anticipi, come le varie quote esistenti, opzione donna o l’ape sociale. Tutti sistemi che prevedono un cospicuo numero di anni di contributi per poter accedere alla misura.

Pensione con un minimo di contributi

Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nel sistema vigente per quanto riguarda la pensione di vecchiaia occorre come detto detto avere almeno 20 anni di contributi con 67 anni di età. Ma con una precisazione non di poco conto, per chi ha versato contributi solo a partire dal 1° gennaio 2023, le pensione di vecchiaia sarà raggiungibile solo se importo della pensione non risulti inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, vale a dire il cosiddetto “importo soglia”.

Oggi l’assegno sociale è calcolato in 503,27 euro. Quest’ultima misura è pensata per chi non ha mai versato contributi o che non hanno diritto a pensione derivante da contributi, l’età minima è 67 anni e bisogna avre un reddito non superiore a 6.542,51 euro per le persone sole e a 13.085,02 euro per quelle coniugate. Esiste comunque un’altra possibilità di pensione per chi non raggiunge l’importo soglia e ha almeno 5 anni di contributi.

Si tratta della pensione di vecchiaia contributiva raggiungibile, come detto, con almeno 5 anni di contributi (esclusi i figurativi) e 71 anni di età (requisito anagrafico valido fino al 2025, destinato ad alzarsi sulla base dell’adeguamento alle speranze di vita). Con soli 5 anni di contributi versati a partire dal 1996 l’importo dell’assegno è minimo.

Con una retribuzione costante per 5 anni di 30mila euro l’anno, l’assegno pensionistico corrisponderà a circa 248 euro mensili al compimento di 71 anni. Se la retribuzione annua si abbassa ulterioremente anche l’assegno sarà irrisorio, con 20mila euro l’assegno pensionistico sarà pari a soli 164 euro mensili.

Pubblicato da
Vincenzo Pugliano