In pensione 5 anni prima, in questo caso non conviene

Non sempre la pensione anticipata è conveniente per il lavoratore, verifichiamo insieme questo caso particolare

vantaggi quota 103
Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

Andare in pensione è l’obiettivo di lavoratori e dipendenti, al termine di na carriera professionale lunga decenni. Ma in un sistema previdenziale come quello italiano, caratterizzato da possibilità diverse, anche contradditorie, limiti e paletti di varia natura, e calcoli contributivi complessi occorre fare molta attenzione alle scelte e prendere la decisione più appropriata.

Tra la varie opzioni del sistema vigente, ricordiamo la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata ordinaria, Opzione donna, l’Ape sociale, le pensioni anticipate per lavori usuranti e notuurni e la cosiddetta quota 103. Questa è caratterizzata da 62 anni di età e 41 di contributi versati. In apparenza una buona opportunità, ma bisogna fare valutazioni e riflessioni attente.

Pensione in anticipo non sempre vale la pena

vantaggi quota 103
Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

Un lavoratore che attualmente ha 62 anni e 41 anni di contributi può scegliere quota 103, solo nel corso del 2023, anticipando così la sua uscita dall’attività. Ma occorre sottolineare che la pensione anticipata ordinaria arriva con 42 anni e 10 mesi di contributi, quindi con soli 2 anni di ritardo rispetto quota 103.

Questa modalità diventa appetibile soprattutto per chi ha perso il lavoro e si trova senza la copertura della Naspi, l’indennità di disoccupazione riconosciuta ai dipendenti che perdono involontariamente il lavoro. Al contrario arrivare a 62 anni e 41 di contributi, potrebbe essere meno convenienti per quanti si trovassero disoccupati ma con la Naspi, della durata di 24 mesi.

Questa tutela garantisce anche 2 anni di contributi figurativi, che potrebbero posrtare il dipendente a raggiungere la soglia dei 42 anni e 10 mesi di contribuzione per la pensione anticipata ordinaria. A questo punto per scegliere l’opzione migliore è necessario fare bene i conti con i contributi, valutando montante contributivo e coefficiente di trasformazione, migliore a 64 anni rispetto a 62.

Per decidere con oculatezza si deve valutare che l’uscita con quota 103 è liquidata con la cifra maturato al momento dell’uscita dalla carriera lavorativa e garantisce un’indicizzazione annuale al tasso di inflazione. Quindi la quota mensile della pensione potrebbe essere più alta di quella Naspi.

L’indennità di disoccupazione viene erogata in misura pari al 75 per cento dello stipendio e dopo qualche mese subisce un decalage mensile del 3 per cento, con assegni sempre minori.