Ecco quali sono gli errori più comuni che si commettono durante la compilazione del modello per presentare la dichiarazione. Come evitare le sanzioni
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Il mese di maggio rappresenta un mese, dal punto di vista previdenziale e fiscale, in fibrillazione. Previdenzialmente parlando sono attive le nuove misure di supporto alla prova della seconda annualità di erogazioni; mentre sotto il profilo fiscale, è sufficiente ricondurre le ragioni al principale impegno di qualunque cittadino in veste di contribuente: la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Non si può nascondere che molti contribuenti si sono già attivati in tal senso, ovverosia raccogliendo illo tempore le ricevute, gli scontrini di pagamento e le fatture relative all’anno di imposta precedente a quello di compilazione della dichiarazione. Si tratta di spese che sono oggetto di detrazione: tra le altre, le spese medico-sanitarie, il costo degli abbonamenti relativi al trasporto pubblico, i costi universitari e le spese per le attività sportive. Tutte spese sostenute a proprio nome o per i familiari a carico.
Modello 730, evitare assolutamente questi errori
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Nel mese di maggio, i primi ad essere chiamati a dichiarare i propri redditi, tra quelli del lavoro dipendente e da pensione, sono coloro che possono vantare una situazione reddituale piuttosto semplificata e che quindi possono accedere al modello 730 precompilato dall’Agenzia delle Entrate. Dal 10 maggio, i modelli sono scaricabili online e dopo le eventuali rettifiche, vanno presentati telematicamente entro il prossimo 31 maggio.
Per gli altri contribuenti, i quali necessitano di allegare le pezze di appoggio relative alle spese detraibili, il termine di presentazione è quello di fine giugno. Entro settembre, invece, è la scadenza, questa dell’Agenzia, per rimborsare gli eventuali crediti d’imposta su buste paga e cedolini pensionistici. La compilazione, però, quella svolta presso il servizio di patronato di un CAF o individualmente, rappresenta una fase delicata suscettibile di errori di estrema rilevanza.
Il primo errore è quello di non conservare copia degli scontrini o delle fatture presentate. Ad oggi, la conservazione è per legge di 5 anni, quindi fino al termine del 2028. Altra “debolezza” è quella di voler risparmiare la modica spesa di un’assistenza presso un CAF e adoperarsi da soli senza le dovute competenze e sicurezze: non sono ammesse leggerezze, poiché se l’errore produce uno sconto sulla tassazione, l’Ufficio di Riscossione esigerà gli importi mancanti integrati di sanzioni ed interessi. Sbagliando, si hanno a disposizione dei modelli di rettifica, come 730 integrativi, ma è bene evitare sin dall’inizio questo ricorso. Ultimo “errore”, il più grave: dimenticare le scadenze. Il 2 ottobre 2023 è il termine ultimo per presentare la propria dichiarazione.