Buono fruttifero Poste 4×4: quanto guadagni lasciando 2.000€

Ecco quanto si potrà ritirare alla scadenza del lungo termine di questo buono, dopo che sono maturati tutti gli interessi previsti. Di quali cifre si parla

Poste Italiane (Foto Adobe – pensioniora.it)

In un frangente storico come quello che si sta vivendo, è l’esistenza stessa che sta sottolineando l’importanza che mai come oggi rivestono i risparmi. Specialmente nelle famiglie, poi, la priorità sulla sussistenza presente e su quella futura si estende, come è immaginabile, ai figli. La popolazione italiana ha da sempre avuto la tendenza a mettere da parte delle somme per qualsiasi inconveniente; e certamente questa virtù viene in soccorso in molti casi.

È però opportuno riconoscere che la cifra stilistica dell’attuale crisi è quella di aver eroso i redditi più svantaggiati tramite l’inarrestabile opera dell’inflazione sì, ma anche di aver ridotto la capacità di risparmio; conseguenza, quest’ultima, dovuta alla speculare azione dell’aumento del costo della vita, ossia – in prima battuta – dei prezzi sui beni di consumo (senza escludere i beni essenziali).

Buono fruttifero Poste 4×4: quanto si ritira investendo 2.000€

Buono fruttifero (Foto Adobe – pensioniora.it)

Quando si parla di risparmi, non si può non associare la semplice azione di mettere da parte una somma per il futuro (il proprio o dei figli) con quella di depositarla in un luogo sicuro, adatto e in grado di valorizzare il denaro. Il terminale principale di questo breve processo non è che rappresentato da Poste Italiane. È dall’ufficio postale che è passata la gran parte della vita monetaria dei cittadini del basso e medio ceto.

Frutto dell’antica concessione statale, le Poste, divenute nel frattempo un Gruppo di dimensioni considerevoli nel comparto economico nazionale, hanno saputo prendere incarico dei piccoli e medi risparmi delle famiglie, tramite pochi ma efficacissimi strumenti per la loro gestione. Si parla ovviamene del famigerato libretto dei risparmi e dei buoni fruttiferi; pochi, ma attualmente declinati in decine di forme di personalizzazione.

Di base, però, la tranquillità poggia su condizioni estremamente favorevoli. I buoni fruttiferi, infatti, vantano la garanzia sul rischio del capitale da parte di Cassa Depositi e Prestiti, la tassazione agevolata al 12,50% e l’esenzione dal calcolo dell’imposta di successione. Al posto degli storici buoni trentennali, oggi vi sono a disposizione buoni con ottimi rendimenti sul breve e medio termine, con la durata massima di 20 anni e giù discorrendo. Aderendo ad un Buono 4×4, si può sfruttare il tasso di rendimento del 3,00% per 16 anni, pur avendo la possibilità di richiedere la restituzione del capitale investito dopo soli 4 anni o dopo 8 o 12 anni, riconoscendo gli interessi maturati al termine di ciascun quadriennio. Più la somma iniziale è significativa, più il capitale complessivamente prodotto sarà di assoluto interesse alla scadenza: investendo l’importo di 2mila euro, si potrà ritirare, nel 2039 (a partire da quest’anno), un netto di 3.058,23 euro, con interessi lordi di 1.209,41 euro e ritenute per 151,18 euro.

 

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