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Bonus e Incentivi

Nuovo RdC: chi rischia di avere meno soldi rispetto a oggi

A partire dal 1° gennaio 2024 il Reddito di Cittadinanza lascerà il posto all’Assegno di Inclusione: come cambia il compenso

nuovo rdc assegno di inclusione importi (Foto Adobe-pensioni.it)

Il Reddito di Cittadinanza è stato, sin dai tempi della sua introduzione per mezzo del governo Conte, una misura molto discussa soprattutto dalle parti politiche di centro – destra. Proprio per questo motivo che, non appena salito al governo, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di modificarlo drasticamente.

Già a partire dallo scorso mese di gennaio il RdC ha subito una prima modifica e con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo Dl Lavoro sparirà a partire dal 1° gennaio 2024. Al suo posto subentrerà una nuova misura, l’Assegno d’Inclusione che sarà erogato a tutti i non occupabili. Con la nuova misura molti beneficiari del RdC avranno molti meno soldi. Vediamo il tutto nel dettaglio.

Nuovo RdC: chi avrà più soldi con l’Assegno di Inclusione

nuovo rdc assegno di inclusione importi (Foto Adobe-pensioni.it)

A partire dal 1° gennaio entrerà in vigore l’Assegno d’Inclusione, una misura che potrà essere richiesta dai nuclei familiari con disabili, minori o over 60 a carico. A queste famiglie spetta un assegno mensile di 500 euro (6mila euro all’anno) a cui va aggiunto un contributo affitto fino a 3.360 euro all’anno, ovvero 280 al mese.

Potranno avere un assegno mensile molto più alto i nuclei familiari composti da over 67 o con persone in condizioni di disabilità grave o non autosufficienza. In questo caso l’Assegno d’Inclusione sarà di 7.560 euro all’anno, ovvero 630 euro al mese. In entrambi i casi l’Assegno Unico è erogato per 18 mesi e dopo un mese di stop è rinnovato per ulteriori periodi di 12 mesi.

Il Dl Lavoro poi specifica che il componente del nucleo familiare beneficiario dell’assegno di inclusione, attivabile al lavoro, è tenuto ad accettare in tutta Italia un rapporto a tempo indeterminato o a termine di durata oltre i 12 mesi o un lavoro a tempo pieno o a tempo parziale non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno; quando la retribuzione non è inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi. In caso di rifiuto l’Assegno è sospeso.

Ad essere modificato, infine, nel Dl Lavoro, è la scala di equivalenza sulla quale sono parametrati il requisito reddituale per accedere al sussidio e l’ammontare finale dell’aiuto. La soglia di reddito ammessa o il valore del beneficio sale quanto più è numerosa la famiglia o più critica è la sua situazione.

Pubblicato da
Ramona Buonocore