Modello 730, cosa fare in caso di errori o dimenticanze

Ecco come comportarsi di fronte ad un errore di compilazione, prima che se ne accorga il Fisco e le conseguenze risultino pesanti. I particolari

Agenzia delle Entrate (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il mese di maggio è un mese cruciale sotto il punto di vista previdenziale e fiscale. L’INPS, dal canto suo, perfeziona proprio in questo mese le misure che eroga direttamente, a fronte del nuovo calendario fiscale. Certamente per alcuni percettori e per tutti i contribuenti, maggio rappresenta il mese di inizio del lungo iter che caratterizza la presentazione della dichiarazione dei redditi.

I contribuenti non giungono assieme a questo importante appuntamento. Molti di costoro raccolgono già nei mesi precedenti tutti quei giustificativi di spesa fondamentali per poter portare a detrazione i diversi costi sostenuti per sé o per il proprio nucleo familiare. Si parla di esborsi quali le spese medico-sanitarie, i costi dall’asilo nido all’università, la tariffa dell’abbonamento del trasporto pubblico, oppure le spese per funerali o per le attività sportive dei figli.

Modello 730, come recuperare errori o dimenticanze senza incorrere nelle sanzioni

Modello di dichiarazione dei redditi 730 (Foto Adobe – pensioniora.it)

Insomma, quel contribuente che possiede una condotta reddituale piuttosto semplificata, può agevolmente scaricare il proprio modello 730 precompilato dalla stessa Agenzia delle Entrate, direttamente dal sito. La restituzione avviene sempre telematicamente, una volta inoltrato eventuali modelli di rettifica; il tutto entro il 31 maggio 2023. Per chi appunto concentra spese detraibili da includere, il tempo per la compilazione e la presentazione si esaurisce a fine giugno.

Quest’ultimo, piuttosto che agire personalmente, si affiderà all’assistenza del servizio di patronato di un CAF, oppure di un commercialista. La professionalità è importante per evitare di presentare una dichiarazione dei redditi errata, o con omissioni in alcune delle sue parti. Anche se l’errore risulti in buona fede, il Fisco non può che applicare pesanti sanzioni ed interessi per dichiarazione mendace.

L’omessa dichiarazione è dichiarata tale una volta che sono trascorsi 90 giorni dalla data di scadenza. La sanzione amministrativa è regolata in percentuale rispetto importo accertato dall’Agenzia: dunque, oscilla tra il 120% e il 240%, con un’imposta minima applicabile di 250 euro. Pertanto, è opportuno compilare il modello 730 rettificativo e presentarlo entro il 25 ottobre. Entro tale data si possono trasmettere tutti quegli oneri deducibili o detraibili, dimenticati nella precedente dichiarazione.

 

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