Morte pensionato, quando va restituita la pensione del mese

Morte di un pensionato, ecco quali sono le circostanze che determinano la restituzione della pensione all’Inps

restituire pensione deceduto
Funerale (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nelle dolorose situazioni durante il lutto, non sembrano trovare spazio gli obblighi e le incombenze burocratiche. Eppure nonostante il peso del momento è necessario occuparsi anche degli aspetti burocratici, fiscali o legali che siano. Purtroppo dimenticare una comunicazione o fare una semplice operazione possono costare molto, in termini pecuniari e non solo.

Così occorre fare attenzione e non tralasciare nulla a cominciare dalle comunicazioni a fisco e banche, per successioni e conti correnti del de cuius. Anche sul piano della successione, agire con troppa impulsività può dare origine a eventi che hanno un’influenza decisiva sull’eredità, anche al di là della propria volontà. Ma come comportarsi con la pensione dello scomparso, quando è obbligatorio restituirla all’Inps?

Cosa fare in caso di morte di un pensionato

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Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

Una delle necessità da tenere a mente in caso di decesso di una persona titolare di trattamento pensionistico è l’invio della comunicazione all’Istituto di previdenza sociale. Questa procedura è obbligatoria e serve a far sì che l’Inps aggiorni i suoi data base con tutte le variazioni del caso. A fare la comunicazione deve provvedere l’Anagrafe comunale entro 24 dala conclusione delle procedure amministrative di certificazione dell’accaduto.

Anche il medico che certifica il decesso deve inviare una comunicazione per via telematica agli uffici dell’Inps, entro 48 ore, utilizzando lo stesso iter online usato per l’invio delle certificazioni di malattia. Questi obblighi sono indicati dalla norma, ma conviene che i familiari si accertino dell’invio per evitare futuri problemi. Copia del certificato di morte va consegnano anche alla banca o ufficio postale dove il defunto aveva i conti correnti e riceveva l’assegno della pensione.

Questo passo è importante, perché banche e poste possono ricevere”con riserva l’assegno pensionistico o il trattamento assistenziale e restituirlo direttamente all’Inps se necessario.  Non adempiere a queste formalità, può causare conseguenze che possono diventare gravi. L’incriminazione per indebita percezione di erogazione dello Stato e l’effetto più grave.

Ma la restituzione di quanto accreditato e prelevato indebitamente, con l’aggiunta delle sanzioni e degli interessi è un’eventualità da non sottovalutare. Quindi vi sono situazioni nelle quali la restituzione della pensione è obbligatoria.

Pensione da restituire all’Inps

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Funerale (Foto Adobe – pensioniora.it)

In genere si può dire l’assegno da restituire è quello relativo al mese successivo dal decesso. Ma secondo la giurisprudenza i ratei accreditati dopo la morte vanno restituiti e non incassati, anche se già accreditati sul conto corrente vanno riconsegnati all’Inps. Soprattutto se la morte avviene a cavallo del mese, anche sole poche ore prima dell’erogazione sul conto corrente.

Verso la fine del mese l’Inps calcola il nuovo assegno pensionistico e quindi il trattamento va restituito anche se giunge poco dopo alla banca o all’ufficio postale. Per evitare atti lleciti, commessi anche involontariamente, non resta che comunicare a tutti gli uffici coinvolti la notizie del decesso, a partire dall’Inps, dagli enti dove era accreditato l’assegno pensionistico e dall’Agenzia delle Entrate.

Comunque è l’Inps a ricordare quando si deve restituire l’assegno ricevuto. Va ricordato, per concludere, che per ricevere i ratei di tredicesima e quattordicesima maturati prima del decesso, i familiari del defunto devono presentare un’apposita domanda all’Inps. In tal modo tali somme entreranno a far parte dell’asse ereditario e potranno essere incassate.