Dichiarazione redditi, cosa succede se non la presenti

Siamo nel pieno della stagione della dichiarazione dei redditi, ma che cosa si rischia omettendo la sua presentazione al Fisco?

dichiarazione redditi omessa
Dichiarazione dei redditi (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il più sentito appuntamento per i contribuenti della penisola è senza alcun dubbio la dichiarazione dei redditi che ogni anno interessa milioni di lavoratori, imprenditori, professionisti, pensionati e via di seguiro. A tutti è noto che questo documento va preparato con la massima cura per scongiurare seccature e grane in fase di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.

La mancata presentazione di questa documentazione può capitare per distrazione del cittadino o per scelta voluta. Ma cosa succede in questo caso? Le conseguenze sono identiche e non cambiano anche in caso di mancanza involontaria. Ricordiamo che le scadenze nella presentazione della dichiarazione variano a seconda del modello che si deve inoltrare e questo va tenuto di conto per non confondersi.

Mancato invio della dichiarazione dei redditi

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Dichiarazione dei redditi Foto Adobe – pensioniora.it)

Ecco un quadro d’insieme degli effetti di una distrazione involontaria o meno che sia. Nel caso di modello 730 (precompilato o modificato che sia) compilato di solito da dipendenti e pensionati, la comunicazione deve essere fatta entro il 2 ottobre (la scadenza è fissata al 30 settembre, ma capitando di sabato slitta al lunedì successivo, 2 ottobre). Invece per il modello Redditi Persone Fisiche (PF), di solito usato da lavoratori autonomi e professionisti con partita iva, l’invio deve avvenire entro il 30 novembre.

Queste sono le prime date da appuntarsi. Con la dichiarazione dei redditi si attestano alcuni adempimenti cui è tenuto il contribuente nei confronti del Fisco, ma si possono anche ottenere detrazioni e rimborsi per importi eccedenti già versati. Quindi si tratta di un documento fiscale che attesta redditi, spese e obblighi reciproci tra amministrazione fiscale e cittadino. Nel caso non si comunicasse la dichiarazione, vi è un periodo definito per rimediare e regolarizzare la propria posizione fiscale.

Il termine per rimediare è di 90 giorni dalla scadenza. Nel caso di mancata presentazione oltre questo termine e di tasse non pagate  che superano i 50mila euro si delinea una dichiarazione omessa. La naturalmente cambia a seconda del modello che si deve inviare e quindi il conteggio prende il via dal 30 settembre o dal 30 novembre. Ma gli effetti sono simili.

Si parte dalla sanzione amministrativa per arrivare a quella penale. In specila modo, per il versante amministrativo si va un minimo del 120 per cento al massimo del 240 per cento dell’ammontare delle tasse dovute. L’imposta minima applicabile è di 250 euro. Nel caso non vi siano tasse da pagare la sanzione va da 250 a 1.000 euro. Questa multa può essere incrementata fino al doppio nei confronti di quanti sono tenuti alla conservazione e compilazione di libri contabili.

Dichiarazione non presentata che succede

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Evasione fiscale (Foto Adobe – pensioniora.it)

Ma vi sono anche conseguenze penali che si attivano nell’eventualità di imposta evasa con importi non versate oltre i 50mila euro. Cifre che sembrano elevate, ma che sono facilmente raggiungibili per un professionista o un azienda. Si deve ricordare che il riferimento sugli effetti penali va considerato per ogni imposta e per ogni  periodo d’imposta. Le nuove pene istituite con il decreto fiscale del 2020 prevedono anche la reclusione con il carcere per gli evasori.

Chi evade le imposte sui redditi o sull’Imposta sul valore aggiunto (Iva) e non presenta le dichiarazioni relative per tasse evase superiori a 50mila euro c’è il rischio di carcere da 1 anno e 6 mesi a 4 anni, mentre chi non presenta la dichiarazione di sostituto d’imposta, se la cifra evasa va oltre i 50mila euro, va incontro a una pena da 1 anno e 6 mesi a 4 anni.

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