INPS, i bonus figli che puoi avere oltre l’assegno unico

Ecco quali agevolazioni ci sono sul tavolo previdenziale a favore di figli, a prescindere dall’età, e delle famiglie. Alternative e integrazioni all’Assegno

congedi e bonus per figli e maternità
Bonus figli (Foto Adobe – pensioniora.it)

In queste settimane, i telegiornali e i relativi studi di settore, hanno iniziato a sciorinare le statistiche e le previsioni di spesa riguardo agli italiani in partenza nell’ampio periodo dell’anno preposto alle vacanze. Se lo scorso anno sono state partenze amare, quelle legate a mesi precedenti consumati subito dopo lo scoppio della crisi energetica ed economica, quelle del 2023 si espongono comunque alla volontà di staccare la quotidianità dei problemi, nonostante gli spettri si celino dietro l’angolo (come quello della recessione).

Di sicuro, le spese, parimenti agli effetti della crisi, trovano le proprie cavie da sperimentazione negli effetti che si manifestano all’interno dei nuclei familiari: in particolare nelle necessità dei figli, che sottopongono i redditi a martellanti quanto inevitabili uscite. L’unità sociale di base, ossia la famiglia, è al centro, negli ultimi anni, delle politiche economiche dei governi: di qualunque legame (istituzionalmente riconosciuto) si tratti, la famiglia costituisce il fulcro della tenuta sociale e l’erogazione di diverse misure, a tal proposito, ne ha dimostrato la preoccupazione.

INPS, quali altri sostegni alle famiglie si possono richiedere oltre l’assegno unico

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Bonus figli (Foto Adobe – pensioniora.it)

In questi ultimi mesi, l’INPS ha dovuto e sta affrontando un lavoro intensissimo di pagamenti, pur tutelando il credito delle sue casse e la certezza di ricevere quanto le misure ordinarie (pensioni, indennità), quanto le misure straordinarie (sussidi, bonus). Molti degli ratei di sostegno ai nuclei familiari prevedono integrazioni in base al numero dei figli, alla loro età, al loro status di salute (in caso di disabilità, per esempio). Questi fattori vengono dunque racchiusi in maggiorazioni che si aggiungono ai ratei scaturiti essenzialmente dalla comunicazione ISEE. 

Sarà forse per il problema dell’invecchiamento di un Paese, per la demografia crollata nelle percentuali di nascita, si sta provando a incentivare le nascite, disincentivando eventuali comodità offerte dal sistema previdenziale: si pensi ad esempio al sistema pensionistico di uscita anticipata offerta alle lavoratrici, la cosiddetta Opzione Donna. Con le recenti modifiche, la misura dipende dal numero di figli a carico della donna: con un figlio, la lavoratrice, dipendente o autonoma, potrà congedarsi a 59 anni, anziché a 60 anni; con due o più figli, la pensione anticipata verrà riconosciuta a 58 anni.

Tra i mesi di maggio e giugno si stanno definendo le posizioni debitorie che l’INPS intrattiene nei confronti con alcuni utenti. In particolare si tratta degli arretrati e dei conguagli prodotti dalla misura dell’Assegno Unico e universale per le famiglie, lo strumento previdenziale di sostegno ai nuclei di lavoratori e pensionati con figli minorenni o disabili a carico. Giunto alla seconda annualità a partire dallo scorso marzo, i richiedenti che inoltreranno le domande fino al 30 giugno 2023, otterranno gli arretrati prodotti da marzo oltre il mese iniziale di competenza. Per essendo l’AUU una misura universale, non mancano altre forme di intervento economico nei confronti dei nuclei familiari. I bonus asilo nido sostengono il pagamento della retta per la frequenza all’asilo, così come l’assistenza a domicilio di minori di tre anni con patologie croniche: in caso di ISEE fino a 25mila euro, l’assegno complessivo è di 3mila euro; con ISEE fino a 40mila euro, il sostegno si attesta a 2.500 euro;  a 1.500 euro per ISEE oltre 40mila euro. Il bonus figli disabili pone il limite di reddito a 8.145 euro se i lavoratori sono dipendenti, e a 4.800 euro se autonomi; ISEE fino a 3mila euro e figlio con disabilità a partire dal 60%. L’assegno di maternità per i genitori lavoratori atipici e discontinui, invece, può toccare i 2.360,66 euro. A ciò bisogna aggiungere i congedi di maternità e di paternità.

 

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