Stretta nuovo RdC, queste persone non potranno averlo

Le ultime novità restringono ulteriormente il cerchio sui fruitori della nuova misura al reddito basso e ne limitano gli importi che verranno pagati

platea ridotta assegno di inclusione
Nuovo RdC (Foto Adobe – pensioniora.it)

Come ogni prima settimana del mese, anche quella di giugno è contraddistinta dalla consueta tornata INPS concernente la consegna dei ratei pensionistici presso gli uffici postali. Anche questa volta, la pensione sta arrivando nelle mani dei loro anziani utenti non senza dei ritardi, visto che nel mezzo del calendario previdenziale legato a tale circostanza, ci si è messo di mezzo la festa del 2 giugno e la domenica. Insomma, un bel ponte festivo. I fortunati della regolarità sono stati i primi cognomi che hanno ritirato la loro pensione il 1° giugno.

Questi sono anche i giorni di un intenso lavoro presso l’ente che abbraccia un’attività ben più vasta sulle misure che esso eroga. Occorre però registrare alcune difficoltà in corso. A partire proprio dalle pensioni. D’altronde, i soggetti interessati non dimenticano l’attesa dell’aggiornamento delle pensioni minime, previsto dal 1° gennaio e tutt’ora oggetto di continui rinvii (da luglio si passa alla previsione più realistica di settembre). Tra di essi, vi sono anche i percettori over 75 anni che concorrono a ricevere l’assegno di quasi 600 euro. Certo, questi ritardi si tradurranno, quando arriverà finalmente il momento delle erogazioni, in arretrati che si aggiungeranno al pagamento della competenza.

Stretta nuovo RdC, chi non lo riceverà

platea ridotta assegno di inclusione
Nuovo RdC (Foto Adobe – pensioniora.it)

Come detto, quella delle pensioni rappresenta soltanto una fetta delle misure previdenziali sotto osservazione. A causare rallentamenti nei pagamenti e annunci sui futuri recuperi, vi è l’attuale ricalcolo delle tabelle economiche sulla base delle ultime rivalutazioni ISTAT dettate dagli indici inflazionistici. Tali rallentamenti sono scaturiti dalle verifiche attivate dall’INPS su una lunga schiera di percettori. Secondo la prassi, l’erogazione viene sospesa per tutto il tempo necessario all’accertamento; e ciò si è tradotto non in settimane, bensì in mesi in cui, nel frattempo, le tasche degli utenti si sono svuotate.

Particolarmente rappresentativo, in tal senso, è il caso dell’Assegno Unico e universale, lo strumento di sostegno economico alle famiglie di pensionati e lavoratori con figli minorenni o disabili a carico. Tale misura è coinvolta nel ricalcolo legato alle variazioni dei redditi ISEE, comportando nell’immediato già un ritardo dell’accredito rispetto al mese precedente. Ma ha anche portato alla formulazione di conguagli che verranno distribuiti con gradualità, assieme agli importi mensili. Quello della variazione reddituale è un fattore che non lascia indenne nemmeno il Reddito di Cittadinanza.

Mentre la proroga di quest’anno sta soltanto accompagnando la misura verso la cessazione fine d’anno, con il subentro definitivo della nuova MIA, la misura di inclusione attiva a partire dal 1° gennaio 2024, i conteggi riguardano gli accertamenti sul modello RdC Com-AU, oltre alle variazioni dovute all’aggiunta di figli minori. Dal prossimo settembre, la MIA si raggrupperà in due strumenti: il Supporto alla Formazione e Lavoro per i soggetti occupabili, e l’Assegno di Inclusione, per i soggetti non occupabili. Di certo, la misura è meno generosa dell’attuale. L’AdI è sì destinata ad uno o più membri di uno stesso contesto familiare (di un cui almeno uno dev’essere disabile, minore o over 60), per un importo mensile di 500 euro al mese. Rispetto ai vecchi criteri, la platea si riduce del 40%; l’assegno spetta ai reddito fino a 6mila euro. I coeffienti, infatti, saranno inferiori per gli adulti tra 18 e 59 anni che non necessitano di cura e per i minori, rispetto ai membri disabili o non autosufficienti.

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