Prelievo dal conto-genitore senza permesso: cosa si rischia

Cosa si rischia con un prelievo senza permesso dal conto, anche se è quello di un genitore, ecco cosa può succedere per la norma

prelievo bancomat senza consenso conto genitore
Prelievo (Foto Adobe – pensioniora.it)

Cosa succede in caso di prelievo dal conto corrente di una persona senza che questa dia un suo esplicito permesso? Può capitare anche in una famiglia, un figlio preleva senza una specifica autorizzazione da parte dei genitori, la cosa finisce con una semplice lavata di capo o ci sono gli estermi per interventi più severi?

Messa così la cosa sembra soltanto una questione di rapporti familiari che debbono essere chiariri tra i componenti del nucleo familiare. Ma se ci sono interessi più grandi in ballo? La sottrattazione dei codici e poi del denaro configura una situazione penale e non è detto che tutti siano disposti a soprassedere in nome del vincolo di sangue, magari se ci sono dei precedenti o per situazioni familiari particolari.

Prelievo senza permesso cosa si rischia

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Prelievo (Foto Adobe – pensioniora.it)

Diciamo immediatamente che prelevare senza una chiara autorizzazione e permesso del proprietario del conto corrente è un atto illecito. Impiegare il denaro per finalità domestiche non è una semplice giustificazione e non può essere accettato. D’altra parte se le finalità sono relative alla famiglia, perché non chiedere il consenso? È interessante notare quale sia la valutazione della Corte di Cassazione sulla sottrazione di una carta bancomat per un prelievo senza autorizzazione.

Da una valutazione simile dipendono le conseguenze per il prelievo fatto senza permesso e la sanzione quindi che è applicata all’autore della “marachella”. Da valutare in più che in seguito al gesto sono da considerare anche gli effetti civili, cioè quelle orientate alla “riparazione del danno” che consistono nella restituzione di quanto sottratto. Subito una sottolineatura da fare. Se chi ha commesso il fatto restituisce quanto sottratto prima della denuncia, anche durante il processo, ottiene una riduzione della pena pari a un terzo.

Si tratta di un’attenuante importante, il rimborso del denaro è una circostanza che favorisce l’attenuazione della pena e di certo rende possibile un trattamento più favorevole della pena. Questo è un reato che non procede d’ufficio, quindi è necessaria la denuncia da parte di chi ha subito la sottrazione del bancomat con il prelievo incriminato. Si può sperare e cercare un accordo con la parte lesa che può sempre ritirare la querela.

Quale reato si può configurare?

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Prelievo (Foto Adobe – pensioniora.it)

Secondo la Cassazione si configura il reato di utilizzo illecito della carta di credito o di debito (bancomat) o non di frode informatica. E il primo reato è punto con molta severità, con la reclusione ad 1 a 5 anni e una multa da 310 a 1.550 euro. Molto per non aver richiesto un permesso esplicito da un genitore. Secondo i giudici non si tratta solo di una intrusione abusiva e fraudolenta in un sistema informatico.

Un prelievo di denaro contante se ripetuto può essere sanzionato molto gravemente, proprio per il fine di trarre profitto per sé stessi o per altri di strumenti di credito o di pagamento pur non essendone il proprietario. Nulla vieta a un genitore di denunciare il figlio dopo un atto simile. Unica speranza il consenso dell’altro genitore che porterebbe il colpevole ad agire nella convinzione di essere legittimato a compiere il prelievo.

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