Pensioni invalidità, conteggi da rifare per tutti: cosa succede

Attraverso un importante documento l’INPS rende noto che deve rifare i conteggi per quanto riguarda le pensioni di invalidità

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INPS rettifica pensione invalidità (Foto Pixabay-pensioni.it)

Sono oltre tre milioni le persone in Italia che hanno una qualche disabilità più o meno grave. Nei casi migliori la disabilità è lieve e compromette solo in parte la loro vita mentre, in altri casi si parla di disabilità grave che compromette anche lo svolgimento di azioni quotidiane. Lavarsi, mangiare, espletare i bisogni fisici per queste persone è davvero molto difficile e devono avvalersi un una persona che li aiuti.

Tutti gli invalidi che soddisfano determinati requisiti possono presentare apposita domanda all’INPS per poter ricevere la pensione di invalidità. Si tratta di un incentivo economico messo a disposizione dal governo che permette agli invalidi di ricevere una vera e propria pensione mensile. Proprio in questi giorni l’INPS ha pubblicato un importante messaggio che riguarda proprio le pensioni di invalidità.

Pensione invalidità, messaggio dell’INPS: conteggi da rifare

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INPS rettifica pensione invalidità (Foto Adobe-pensioni.it)

L’INPS fa dietrofront per quanto riguarda i redditi rilevanti ai fini della concessione delle prestazioni di invalidità civile. E’ questo, in sintesi, quanto comunicato dall’Istituto di Previdenza Sociale attraverso il messaggio n. 2705/2023 a parziale rettifica delle precedenti istruzioni.

Secondo la rettifica dell’INPS il reddito va dichiarato al lordo delle ritenute fiscali e degli oneri deducibili e non al netto come era stato indicato dall’Inps lo scorso anno. Nel dettaglio i chiarimenti dell’INPS riguardano le prestazioni di invalidità civile collegate al reddito tra cui la pensione di inabilità civile e l’assegno mensile di invalidità. Non rientrano invece le indennità di accompagnamento, l’indennità speciale e l’indennità di comunicazione.

Nel 2022 erano considerati tutti i redditi calcolati a fini Irpef, al netto degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali tranne la prestazione richiesta, le rendite Inail, le pensioni di guerra, l’indennità di accompagnamento, il reddito della casa di abitazione. Non figuravano i contributi previdenziali e assistenziali, gli assegni periodici al coniuge separato e le donazioni.

Per quanto riguarda invece l’anno in corso, l’INPS precisa che il reddito rilevante nella verifica del diritto alle prestazioni d’invalidità civile va considerato “al lordo delle ritenute fiscali”. Questa novità è molto importante dal momento che molti invalidi potranno vedere la pensione ridotta o addirittura revocata.

I percettori della pensione di invalidità, proprio per motivi come questo, devono comunicare ogni anno i propri redditi all’Istituto o qualora, in sede di controllo, le dichiarazioni risultino inesatte o incomplete, la prestazione è da considerarsi indebita. Questa dichiarazione va resa come autocertificazione; successivamente l’INPS controllerà l’importo erogato a titolo di prestazione e di verificare se ci sono state eccedenze in fase di erogazione.

La dichiarazione, ovvero il modello Red, deve essere presentata da tutti i beneficiari della pensione di invalidità entro il 28 febbraio di ogni anno. In mancanza di segnalazione dei redditi l’INPS invia prima uno o più solleciti e un “preavviso di sospensione” della prestazione, a mezzo raccomandata a/r, in cui invita a fare il dovuto riscontro reddituale entro 60 giorni.

Superati poi i 60 giorni l’INPS procederà alla sospensione della prestazione per 120 giorni dopodiché, se manca sempre il riscontro da parte dell’interessato, revocherà definitivamente la prestazione calcolando il debito relativo all’anno di reddito non dichiarato ai fini del recupero, anche coattivo.

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