Queste persone potranno riavere l’RdC sospeso a luglio

Ecco quali nuclei familiari potranno riavere il Reddito d Cittadinanza (RdC) sospeso, fino al 31 dicembre 2023, vediamo di chi si tratta

presa in carico servizi sociali
Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

Con luglio sono scadute le sette mensilità previste dal Decreto Lavoro per l’erogazione del Reddito di Cittadinanza per gli occupabili dai 18 ai 59 anni di età e quindi è stato sospeso definitivamente il beneficio del sussidio. La comunicazione della sospensione è arrivata ai destinatari attraverso sms, suscitando non poche lamentele e polemiche.

Soprattutto a scatenare le proteste il contenuto ambiguo del messaggio, che fa riferimento a un’eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali. Le reazioni al messaggio pervenuto a circa 170mila beneficiari sono state tali da costringere l’Inps ha rettificare parzialmente e chiarire, con un comunicato stampa del 28 luglio, che circa la presa in carico dei servizio, “questa eventualità riguarda esclusivamente le persone che versano in particolare stato di bisogni complessi e difficoltà di inserimento sociale lavorativo.”

RdC sospeso, per chi può riprendere

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Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

Dunque esiste la possibilità che, per famiglie prese in carico dai servizi sociali entro il 31 ottobre 2023 perché non attivabili al lavoro, l’erogazione del Reddito di Cittadinanza (RdC) sospeso possa riprendere senza il limite delle sette mensilità e comunque non oltre il 31 dicembre 2023. Questo è stato ribadito da un ulteriore comunicato stampa Inps del 31 luglio.

Il messaggio dell’Istituto di previdenza sociale informa inoltre che le comunicazioni giunte all’Inps dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, nei primi giorni di luglio, riguardo la presa in carico sono state circa 88mila. Comunque questa ipotesi non coinvolge i nuclei con componenti già avviati ai Centri per l’Impiego e per i quali non è stato intrapreso il rinvio ai servizi sociali.

In altre parole chi viene preso in carico entro ottobre dai servizi sociali potrà riavere il sussidio sospeso con il versamento dei relativi arretrati, per gli altri non resta che accedere dal primo settembre alla nuova misura del Supporto per la formazione e il lavoro (SFL) per i quali occorre ancora attendere i decreti attuativi.

I nuclei familiari con soltanto soggetti occupabili ai fini del RdC (senza minorenni, né persone con almeno 60 anni e disabili) possono sperare di accedere al Supporto se in possesso di tutti i requisiti a partire dall’Isee di 6mila euro annui, più basso del precedente limite per il RdC indicato in 9.360 euro.

Supporto per la formazione e il lavoro (SFL)

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Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

L’obiettivo della prestazione è l’inserimento al lavoro con la garanzia di un contributo personale di 350 euro al mese, per un massimo di 12 mensilità, non rinnovabili. Oltre la domanda per accedere alla prestazione sarà necessario seguire uno specifico procedimento che sarà dettagliatamente illustrano dall’Inps stesso. I principali passaggi saranno la sottoscrizione del patto di attivazione digitale, il contatto con almeno 3 agenzie per il lavoro e la firma del patto di servizio personalizzato.

Quello che entrerà in funzione a settembre sarà quindi un’indennità di partecipazione a corsi di formazione, aggiornamento, avviamento e orientamento al lavoro, a progetti di pubblica utilità, a qualsiasi politica attiva del lavoro riconosciuta e attestabile. Per quanti risultano occupabili al lavoro non resta che iniziare a contattare le agenzie del lavoro e attendere che la piattaforma Inps per la presentazione della domanda sia presentata al pubblico.

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