Come aiutare tuo figlio a comprare casa: c’è questo modo

Che tipo di aiuto si può dare a un figlio per comprare una casa, ecco una possiblità da sfruttare per alcuni

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Madre figlia (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il mercato immobiliare attraversa una fase particolarmente complessa con tassi di interesse in aumento che determinano mutui, soprattutto quelli variabili, molto costosi e fuori dalla portata per molti cittadini. Poi c’è da considerare la situazione lavorativa in Italia non certo rosea, con retribuzioni basse per le giovani generazioni e poche prospettive di stabilità contrattuale.

Queste sono tutte condizioni che spingono le banche a concedere con sempre meno facilità mutui e prestiti a chi non dà garanzie sufficienti. Anzi non è raro ormai con la situazione attuale che molti titolari di mutui a interesse variabile, siano costretti a richiedere e a ricorrere a rinegoziazione o a surroga per il prestito che non riescono a saldare alla condizioni preesistenti.

Comprare casa come può intervenire un genitore

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Acquisto casa (Foto Adobe – pensioniora.it)

Un genitore con un lavoro stabile e dei risparmi può essere in qualche modo la garanzia migliore per un giovane alle prese con l’acquisto di una casa. Un dipendente o un professionista con anni di attività alle spalle rappresenta la copertura più adeguata per affrontare una spesa ingente e protratta nel tempo come quella per un mutuo.

Ma come può concretamente intervenire. Sinteticamente si possono individuare tre modalità abbastanza semplice da attuare:

  • la richiesta di un prestito personale da parte del genitore;
  • l’uso di un anticipo del TFR del dipendente;
  • la richiesta di un prestito con cessione del quinto.

Quest’ultima forse rappresenta la scelta migliore, anche chiaramente è riservata esclusivamente a quanti possono presentare uno stipendio o una pensione, escludendo di fatto professionisti e autonomi a partita iva. Il rimborso del prestito in questo caso viene effettuato attraverso la cessione di un quinto dell’importo netto in busta paga o in quello del cedolino della pensione, sempre al netto di tutti gli oneri fiscali.

La cessione del quinto può avere la durata massima di 120 mesi, con la parte rimanente dello stipendio o pensione che garantisca al titolare di mantenere il medesimo stile di vita. Per la cessione del quinto non è necessario specificare il motivo del prestito e si può ottenere anche se si è subita una segnalazione come cattivo pagatore al CRIF (Centrale rischi di intermediazione finanziaria).

La cessione del quinto vale la pena?

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Acquisto casa (Foto Adobe – pensioniora.it)

L’indubbio vantaggio di questa soluzione è che in presenza di contratti di lavoro stabili e consolidati non si rischia di saltare il pagamento delle quote mensili e quindi non si incorre in sanzioni, considerando che spesso si ha la trattenuta alla fonte soprattutto nel pubblico impiego (è il datore di lavoro a trattenere la quota del quinto).

Ci sono delle condizioni da rispettare tuttavia. La prima è la presenza della retribuzione fissa e continuativa, come accennato; la seconda consiste nell’applicazione della cessione fino a un massimo della quinta parte della retribuzione netta; terza è la stipula di una copertura assicurativa obbligatoria.

Quindi la cessione del quinto ha dei vantaggi così riassumibili: costo del denaro mediamente più basso rispetto a un finanziamento normale; basso profilo di rischio per la banca o la società finanziaria; la trattenuta alla fonte che elimina il rischio di rate insolute; la presenza di un’assicurazione che tutela la banca e libera gli eredi di lo richiede da ogni obbligazione.

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