Per procedere speditamente nei lavori, essi vengono svolti con particolare intensità, anche acustica. Ecco le ore in cui non si deve disturbare il vicinato
Lo status di condominio comporta intrinsecamente una condizione di condivisione. In primis, ogni condomino è chiamato a rispettare e mantenere il decoro che non dev’essere violato nello spazio pubblico di un cortile, del pianerottolo, dell’ascensore, della terrazza presente nello stabile. Si tratta di un impegno ancorché suggellato dal pagamento di una quota condominiale inerente ad ogni appartamento, sulla base essenzialmente delle sue dimensioni e dei componenti che vi abitano.
Lo stesso buon senso è quello che occorre applicare nel confronto fra condomini e amministratore nelle proverbiali, quanto impegnative, assemblee condominiali. Che sia la decisione per lo svolgimento di lavori sulla facciata o di altri interventi riguardanti gli spazi in comune, occorre trovare una concorde maggioranza. Presumibilmente, numerose sono state le riunioni negli ultimissimi anni per accordarsi sulla fruizione del Superbonus edilizio per le ristrutturazioni generali in chiave di sostenibilità e con un ampio piano di detrazione dei lavori.
Quando il vecchio vicino ha liberato l’appartamento, un modo per intuire, senza venire a conoscenza dei “gossip” condominiali, del buon esito della compravendita o – più di rado – di una locazione, è costituito dal fatto che un’impresa edilizia interviene sull’appartamento operando robusti lavori di ristrutturazione. Rappresenta, per così dire, che un nuovo vicino, proprietario o una nuova famiglia, stanno per insediarsi alla porta accanto o ai piani immediatamente adiacenti.
Certo, quello della ristrutturazione è un intervento edilizio non raro, a maggior ragione che di recente lo Stato, oltre al suddetto Superbonus, ha dedicato altre forme di bonus per interventi specifici alla casa o a forme, appunto di ristrutturazione. Queste ultime possono rivelare un intento esclusivamente estetico da parte di chi vi si appresta ad abitare l’appartamento, o un intento utilitaristico, legato al numero dei componenti della famiglia (in special modo se vi sono figli piccoli).
Ancorché si possa intervenire su un appartamento anche per motivi legati ad una specifica forma di invalidità, abbattendo eventuali barriere architettoniche. Oltre alla complessità dei costi, più il piano dell’architetto o del geometra è complesso, più lievitano le spese (appunto), e più è facile che per settimane si debbano incassare, come vicini, l’inevitabile disturbo acustico derivato dallo svolgimento delle attività dei manovali. Talvolta sono in ballo degli interventi che possono durare per mesi, legati ad una radicale rivisitazione dell’immobile, tale da richiedere il permesso da parte degli uffici tecnici del Comune.
Ovviamente i lavori possono essere svolti anche all’interno del proprio immobili. In ogni caso il disturbo alla cosiddetta quiete pubblica c’è ed è tanta. Ma il problema non è tanto il disturbo causato dai forti rumori, quanto dall’orario in cui gli impegnativi lavori hanno luogo. Un’istanza che non è vissuta da chi sta per prendere completo possesso di una villetta, ma che esiste come una frequente realtà nella abituale vita di un condominio.
Su tale materia, le procedure relative allo svolgimento dei lavori su uno spazio privato sono stabilite dal regolamento di condominio, orario di intervento compreso. Innanzitutto l’amministratore dev’essere portato a conoscenza dei lavori con una comunicazione, e lo stesso deve verificare il rispetto delle regole circa le caratteristiche dell’edificio e il profilo della sicurezza.
Di solito, il regolamento di condominio detta che gli interventi edilizi si svolgano tra le 8 e le 12,30 del mattino e dalle 16 e le 19, il pomeriggio. Ciò deve avvenire nel rispetto della tollerabilità dei condomini, sia per quanto riguarda i rumori che lo spazio della proprietà, evitando di utilizzare pianerottolo e cortile come luogo di deposito dei materiali e il verificarsi di danni o di sporcizia presso spazi individuali che comporta automaticamente il risarcimento.