Conviene fare qui la spesa: emerge da uno studio

Il rincaro dei prezzi sta spingendo i consumatori ad una sempre più severa selezione dei negozi dove spendere il proprio limitato credito in beni alimentari

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Spesa alimentare (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il mese di settembre vede, come ogni anno, l’insolita tradizione di portare alle luci della ribalta quelle piccole dosi polemiche che caratterizzano il dibattito quando si affaccia lo spettro dei classici rincari di settembre, appunto. Per la verità, si sta esaurendo la seconda estate e la buona norma della consuetudine sta per essere nuovamente tradita. Semplicemente il caro vita si è trasformato da una condizione ondivaga e pressoché stagionale, a condizione de facto della realtà sociale del Paese.

In fondo, superato anche questo secondo intermezzo estivo nei suoi tratti più vacanzieri, si ritrova in pianta stabile e senza ombra di cedimenti l’inflazione, salda nei prezzi dei negozi, dei servizi, delle fatture; e per molti individui che hanno completato il controesodo, non è stato altro che il proseguimento di un rincaro che ha reso, ancora di più quest’anno, la lontananza da casa maggiormente onerosa.

Dove conviene fare la spesa: qui i prezzi sono più bassi

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Spesa alimentare (Foto Adobe – pensioniora.it)

Non c’è bisogno di prendere in considerazione un campione di cittadini per accorgersi delle difficoltà economiche che pervadono la vita di diversi nuclei familiari. I contesti più svantaggiati sono ovviamente quelli che pagano il prezzo più alto della crisi economica attuale, in termini di potere d’acquisto e di sostenibilità della spesa; al loro interno, e con riverberi nel futuro, tale prezzo è pesantemente trasferito sulle spalle dei figli dal punto di vista della crescita e della formazione.

Certo, la rinuncia del superfluo, per quanto rara, è pur sempre un tentativo del tutto normale di correre ai ripari, preservando il portafoglio. Diventa invece drammatica quella rinuncia che toccando l’ambito alimentare, si estende ai prodotti più essenziali e necessari. Negli ultimi anni, il Reddito di Cittadinanza ha cercato di rispondere alle istanze più colpite dall’avanzamento della povertà; ed oggi ci provano le due misure sostitutive, il Supporto Formazione e Lavoro e l’Assegno di Inclusione, entrambi erogate dall’INPS.

In questi posti, la spesa è più conveniente senza rinunciare alla qualità

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Spesa alimentare (Foto Adobe – pensioniora.it)

Al contempo, l’ente previdenziale si è dotato a suo tempo di una Carta Acquisti INPS, erogata a persone dai 65 anni di età in possesso di bassi redditi, con un contributo bimestrale di 80 euro, utile tanto alla spesa alimentare quanto alle bollette. Quest’anno il governo ha rilanciato la sfida tramite la Carta Sociale INPS, il contributo una tantum da 382,50 euro da spendere in prodotti alimentari (con l’esclusione di alcolici ed altri non ritenuti fondamentali) presso i negozi e i supermercati aderenti, i quali a loro volta applicano sui singoli prodotti lo sconto dedicato (ai percettori della Carta, s’intende) del 10%.

Partendo da questa fotografia, si può sostenere che è possibile aumentare il “volume” di spesa, andando ad effettuarla nei luoghi commerciali più convenienti. Il contesto alimentare non suggerisce altra piazza del risparmio quale il discount. Nella cornice del carovita, è altresì vero che le indagini demoscopiche hanno rilevato un incremento dei listini presso i discount pari al 12,6%.

Come schivare quello che sembra l’inevitabile esborso gonfiato dei prodotti alimentari? Si può ricorrere alla “spesa mista“, acquistando prodotti di marca a quelli più “anonimi” ma economici (come dire, per tutelare la qualità anche nel tentativo di risparmiare). A quanto pare il Famila Superstore è il luogo ideale per la spesa mista, dato che si pone alla vetta dei supermercati con i prezzi più bassi; ma tra i discount, spicca In’s Mercato tra i superconvenienti, seguito a ruota da Aldi ed Eurospin. Per i prodotti di marca, il punto di riferimento migliore resta Esselunga Superstore, ma non si discosta di molto la politica di Carrefour Market o da Spazio Conad. In tema di differenze di prezzo, però, va considerato pure il divario sui listini che esiste tra nord e sud.

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