INPS, in pensione dopo 63 anni: il nuovo piano del governo

Come funziona il bonus che permette di uscire qualche anno prima dal mondo del lavoro ma non troppo presto. In cosa consiste

andare in pensione dopo 63 anni
Pensionati (Foto Pixabay)

Nel tormentato tema delle pensioni si parla molto di pensione anticipata; bisogna però mettere a fuoco l’identikit di chi viene investito dalla questione: si parla dei pensionati di oggi, o meglio degli attuali lavoratori in età avanzata; difficilmente il riferimento è agli omologhi di domani. È noto il fatto che vi siano strumenti previdenziali che consentano un congedo prima del tempo poiché è opportuno facilitare il ricambio generazionale della forza lavoro.

In fondo, però, l’esborso che ne deriva da questi “scivoli” è notevole e mette puntualmente sotto pressione le casse dell’INPS. Pertanto i governi cercano di lambiccare una formula pensionistica che consenta ai lavoratori di mettersi in pensione, sì, ma non troppo presto. Da queste premesse, che tra proroghe, lo spauracchio della Legge Fornero, e proclami elettorali, un’occasione – nonostante tutto – per lasciare il posto al prossimo, c’è già.

Pensione dopo 63 anni, a cosa sta pensando il governo Meloni

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Pensione INPS (Foto Adobe)

Sarà la protagonista della prossima legge di bilancio. La novità rappresenterà solo un assaggio di una modifica ben più strutturale. Si prevede una riforma che porrà, per le uscite, due ordini di criteri: flessibilità in uscita; sostenibilità nel lungo termine. Il terreno su cui la misura maturerà è quello della plausibile riconferma della Quota 102, la quale, fino alla sua naturale scadenza del 31 dicembre 2022, contiene i limiti dell’età a 64 anni più 38 anni di contributi.

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Il governo Meloni sta studiando un proposta di congedo a 64 anni, calmierata – però – con una premialità nei confronti di chi, pur avendo i requisiti, mantiene il suo posto di lavoro. Da sciogliere, nel frattempo, il nodo sul riscatto – a costo zero – degli anni di laurea. Ad ogni modo, la suddetta variazione in Quota 102 dovrebbe portare un risparmio, dovuto ad un ridotto numero di lavoratori che accedono all’Ape Sociale, all’Opzione Donna o alla stessa Quota 102.

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D’altronde, queste ultime misure valgono da sole un costo che nel 2023 è stimato in 5 miliardi di euro. Un risparmio di tale entità andrebbe almeno a compensare l’onerosa rivalutazione anticipata degli importi pensionistici e di quella futura. Senza dimenticare che bisognerà finanziare l’Opzione Uomo, misura a cui tiene particolarmente Fratelli d’Italia, ma che non è certo attuabile gratis. Ma per questa, si attende la rivoluzione in ambito di Reddito di Cittadinanza, le modifiche sulla Naspi e una decisa riduzione del Superbonus.

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