Paura bollette, possono pignorarti il conto? La verità è questa

Cosa accade se non si riesce a pagare le bollette, quali sono le conseguenze possibili in questo caso increscioso

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Bollette (Foto Unsplash)

Dimenticanza o impossibilità economica, può succedere di non versare la bolletta di fornitura. Quali sono gli effetti di questa situazione? Molti si chiedono fino a che punto si rischia. C’è da dire innanzi tutto che le ditte fornitrici sono ormai tutte private e possono quindi agire seguendo le procedure previste per i creditori privati.

Una volta che il mancato pagamento di una bolletta sia certo, l’azienda deve inviare una raccomandata con avviso di ricevimento con cui notifica al cliente l’ammontare del debito. Non bastano gli avvisi delle mensilità non pagate, presenti nelle bollette seguenti. Infatti queste giungono per posta ordinaria e non garantiscono l’arrivo della diffida.

Quale rischio per il conto corrente nel caso di bollette insolute

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Bollette (Foto Unsplash)

La società fornitrice del servizio deve comunicare il debito al cliente, indicando tempi e modalità per saldare la morosità. Solo in caso di inadempienza, esauriti i termini indicati, il fornitore ha la possibilità legale di sospendere il servizio. Se l’utente chiude il proprio il debito il servizio si riattiva dopo i tempi tecnici necessari, senza bisogno di un nuovo contratto.

L’interruzione dela fornitura è sospesa se nel frattempo il cliente ha inviato una  contestazione scritta alla società erogatrice e successivamente un ricorso all’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). In questa situazione si deve  attendere che l’Autorità dia una valutazione sul caso. L’azienda fornitrice del servizio può comunque rivolgersi al tribunale per richiedere un  decreto ingiuntivo, comunicato al debitore mediante l’ufficiale giudiziario.

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Ci sono 40 giorni per opporsi o pagare l’ingiunzione, terminati i quali il decreto ingiuntivo diventa definitivo e il fornitore può passare alla fase esecutiva: il pignoramento dei beni del moroso, incluso il conto corrente per il versamento dell’importo dovuto aumentato delle spese legali. Tuttavia le possibilità che il fornitore si rivolga al giudice per un decreto ingiuntivo sono molto remote, soprattutto per debiti di piccola entità, e di solito non avviene.

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Più frequentemente i creditori si limitano a spedire una diffida scritta al debitore e a farlo chiamare dai call center di recupero crediti che, pur minacciando di pignoramento gli utenti, non hanno alcun titolo a farlo.

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