Trema il Reddito di cittadinanza: in arrivo la temuta novità

Il Reddito di cittadinanza è in bilico con il nuovo Governo. A breve verranno discusse in sede parlamentare le modifiche

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Reddito di cittadinanza (Foto Pixabay)

Che fine farà il reddito di cittadinanza ora che il Governo Meloni è arrivato in cima al Parlamento? Questa è una domanda che si fanno in molti, percettori e non. La misura di sostegno alla povertà e di politica attiva inaugurata qualche anno fa è stata al centro della campagna elettorale di Fratelli d’Italia, che ne prometteva a gran voce l’abolizione o, in misura più morbida, una modifica radicale. Ed ora le promesse possono diventare reali.

La definitiva sorte del reddito di cittadinanza verrà decisa entro il 31 dicembre, data in cui si vota la Legge di Bilancio, detta anche Manovra finanziaria, o semplicemente manovra. Nel frattempo la Lega, capeggiata da Matteo Salvini, ribadisce che la discussione sul reddito di cittadinanza entrerà a breve in Parlamento. Si parla di una settimana di attesa.

Reddito di cittadinanza, le modifiche del Governo Meloni

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Reddito di cittadinanza (Foto Pixabay)

Anche se la vera e propria discussione parlamentare sul destino del reddito di cittadinanza non è stata ancora avviata, dal Governo Meloni già si conoscono le modifiche che vogliono essere implementate, ovviamente nella direzione di una stretta. Quindi per ora pare non ci sia la minaccia dell’abolizione definitiva, ma di modifiche restrittive. Per cominciare, il primo punto in esame riguarda il potenziamento del potere dei Comuni per quanto riguarda i controlli. In questo modo la prossimità territoriale dovrebbe “scovare” più facilmente le falsificazioni sui requisiti.

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Il secondo punto si focalizza sui rinnovi. Sia Meloni che Salvini hanno a più riprese ribadito la loro opposizione ai rinnovi perpetui. Dunque le opzioni sono per l’abolizione completa dei rinnovi, oppure per i rinnovi a scadenza. La formula che al momento sembra più vicina ad una proposta reale è la prima tranche di 18 mesi, la seconda di 12, la terza di 6 e poi stop. L’idea supplementare è di allungare i mesi di interruzione tra un rinnovo ed un altro da uno a sei mesi, periodo nel quale il beneficiario del reddito di cittadinanza dovrà seguire dei percorsi formativi finalizzati al reinserimento lavorativo.

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È plausibile anche una stretta sul rifiuto delle offerte di lavoro. Il leader leghista ne chiederebbe la revoca al primo rifiuto. L’ipotesi più probabile è un numero determinato di rifiuti, specialmente se congrui. E per ultimo, la formazione dei percettori del reddito di cittadinaza, annche remunerata, per consentire un più semplice reimpiego nel mondo del lavoro.

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