Naspi 2023 | Alla fine cambierà davvero la durata?

Dal prossimo anno la Naspi verrà sottoposta a delle modifiche secondo le intenzioni delle forze di maggioranza al governo

Naspi riforma
Naspi (Foto Unsplash)

La Naspi è l’indennità di disoccupazione riconosciuta ai lavoratori dipendenti che perdono involontariamente il proprio lavoro con almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti la fase di disoccupazione e hanno lavorato almeno 30 giornate nell’anno precedente la perdita del lavoro.

L’indennità è concessa per la metà dei periodi lavorati nei 4 anni precedenti lo stato di disoccupazione, quindi la durata massima è di 24 mesi. La cifra erogata è pari circa al 75 per cento della retribuzione media mensile e viene tagliata di mese in mese del 3 per cento a partire dal quarto mese di fruizione. Queste in estrema sintesi le caratteristiche attuali della misura. Ma la maggioranza al governo ha espresso la volontà di ridurre questa prestazione.

Come potrebbe cambiare la Naspi nelle intenzioni della maggioranza al governo

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Naspi (Foto Unsplash)

Il nuovo governo ha espresso, soprattutto nella componente della Lega, l’intenzione di modificare la misura. La proposta è di ridurne drasticamente la durata, non più per la metà dei mesi lavorati nel quadriennio precedente ma il 40 per cento o addirittura il 30. Per fare un esempio se attualmente un lavoratore ottiene la disoccupazione per 12 mesi, avendo lavorato 24 mesi, con la riforma di marca leghista ne otterrebbe tra i 9 e i 7.

La riduzione potrebbe intaccare anche l’importo della prestazione con ulteriori tagli. I risparmi sarebbero indirizzati verso altre misure ma non necessariamente ad altri sostegni economici a chi perde il lavoro. Nel mirino di chi vuole ridurre i sussidi probabilmente anche la disoccupazione per i collaboratori, i dottorandi e gli assegnisti di ricerca, la cosiddetta Dis. Coll. Quindi si pospettano momenti diffcili per i disoccupati nei prossimi mesi.

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Naturalmente al momento le riforme sono solo sulla carta, le discussioni sono incentrate sull’approvazione della legge di bilancio per il prossimo anno, entro il 31 dicembre. In quell’occasione si potrà concretamente verificare quanti e quali fondi sono stanziati per i sussidi economici a favore dei lavoratori disoccupati.

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Per certo che tra i sussidi ridotti ci sarà il reddito di cittadinanza che appare destinato a scomparaire nel 2024 preceduto da un anno di transizione e riduzione dei tempi di durata di erogazione della prestazione.

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