BancoPosta e Libretto postale | Differenze e quale conviene

Ecco a quali esigenze si richiamano i rispettivi strumenti considerando i differenti costi di gestione. Di cosa si sta parlando

cosa conviene tra bancoposta e libretto
Poste Italiane (Foto Adobe)

Nonostante il drammatico periodo storico caratterizzato dalla forte crisi energetica, che con l’inflazione ha impoverito le condizioni economiche e finanziarie di molte famiglie e cittadini italiani, è noto come la penisola ospiti – per fortuna – un notevole bacino di piccoli e medi risparmiatori. E si può concludere che la sostanziale maggioranza di essi è stata intercettata in tempi non sospetti dalle Poste Italiane.

In centosessanta anni di storia – a tanti è giunto quest’anno il gruppo – l’utenza – corrispondente perlopiù alla popolazione – ha sperimentato una reputazione che esordendo dal diffuso (ancora oggi) servizio di spedizioni, ha costruito un ampio spazio di consenso grazie agli strumenti di gestione dei piccoli e medi risparmi, facili da utilizzare e dalle imbattibili spese di gestione; strumenti, questi, divenuti storici e che non conoscono cali di sottoscrizioni, quali i buoni fruttiferi e i libretti postali.

BancoPosta e Libretto postale, quali rispettivi vantaggi?

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Libretto di risparmio postale (Foto Adobe)

Quando si pensa al libretto di risparmio postale, si pensa immediatamente alla prima modalità di “custodia” dei risparmi senza intrinseche modalità di investimento. Spesso i genitori che aprono uno, per depositare le prime piccole somme da destinare al figlio poco più che in fasce, e da ciò inizia la scalata di un “tesoretto” che cresce insieme alla maturità del suo giovane titolare.

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Al contempo, le Poste Italiane hanno sviluppato un conto corrente altrettanto concorrenziale alle proposte di giacenza offerte dai gruppi bancari. La crescita dell’articolazione dell’offerta postale rende ancor più vantaggiosa la tenuta presso un ufficio postale. La recente integrazione con i molteplici strumenti tecnologici, quali la piattaforma del BancoPosta on line e l’uso delle app ufficiali per smartphone, ha dato maggiore flessibilità all’autonomia dell’utente.

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Il libretto postale e il conto BancoPosta rispondono certamente ad esigenze diverse, altrettanto rimarcate da differenze strumentali evidenti. Il libretto di risparmio è supportato da zero spese, eccetto oneri fiscali: sono consentiti versamenti e prelievi, e con l’abbinamento della Carta Libretto, le operazioni possono essere svolte anche dagli sportelli automatici Postamat. I costi di gestione del conto, invece, sono perlopiù giustificate dall’associazione con carte e assegni che favoriscono la movimentazione della giacenza. Su entrambi gli strumenti, il Fisco applica un’imposta di bollo oltre i cinquemila euro di giacenza media annua, pari a 34,20 euro per le persone fisiche. In caso di rendita, il solo libretto prevede una tassa del 26 per cento, come da norma vigente.

 

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