Fascia pensione, in quale rientri? | Perché è importante

Per il nuovo anno è previsto l’adeguamento della pensione ai nuovi tassi di inflazione. Ci sono novità sulla divisione in fasce di reddito

pensione rivalutazioni sei fasce
Pensione (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Si chiama perequazione. È la rivalutazione, in questo caso della pensione, in base al costo della vita. Quest’anno l’ISTAT l’ha indicata al 7,3%, percentuale confermata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che ne ha fatto decreto ad hoc. La prima novità sulle pensioni riguarda l’aumento della pensione minima, che da poco più di 525 euro al mese passa rapidamente a 600 euro al mese per 13 mensilità. Ma solo per il 2023. E solo per gli over 75. Questo investimento sui pensionati oltre i 75 anni è stato possibile, almeno a detta del Governo, riducendo ulteriormente il reddito di cittadinanza, da otto a sette mesi.

In ogni caso la manovra sarà in vigore per un solo anno. A meno che di cambiamenti, nel 2024 si tornerà alla pensione minima come in precedenza. Un’altra novità inserita in Manovra è lo stop alle fasce di perequazione tripartite. Gli scaglioni per la rivalutazione della pensione passano da tre a sei.

Pensione 2023, stop alle 3 fasce: diventano 6

pensione rivalutazioni sei fasce
Cedolino (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Come accennato in precedenza, l’adeguamento della pensione per fronteggiare il caro vita, e dunque l’inflazione, è al 7,3%. Le fasce di perequazione determinano quanta porzione percentuale, sulla percentuale del 7,3, spetta alle varie divisioni in reddito. Fino al 2022 lo schema era tripartito:

  • 100% di rivalutazione per le pensioni entro le quattro volte la pensione minima, circa 530 euro;
  • 90% per le pensioni superiori alle 4 volte il trattamento minimo ed entro le cinque volte;
  • 75% per le quote che superano 5 volte il minimo.

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Mentre dal 2023 lo schema cambia e diventa più articolato:

  • rimane il 100% per i trattamenti entro 4 volte la pensione minima, pari a 2.100 euro lordi mensili;
  • per i trattamenti fino a 5 volte il minimo, cioè 2.626 euro lordi al mese, la rivalutazione sarà dell’85%;
  • tra 5 e 6 volte il minimo, pari a 3.150 euro lordi al mese, si scende ad una rivalutazione del 53%;
  • che diventa 47% tra le 6 e le 8 volte il minimo, quindi pari a 4.200 euro lordi mensili;
  • 37% per chi prende una pensione da 5.250 euro mensili lordi, quindi tra le 8 e le 10 volte il minimo;
  • E per finire il 32% di rivalutazione oltre le 10 volte la pensione minima, dunque superiore a 5mila euro mensili.