Smart working 2023 | Chi rientra tra i lavoratori fragili

La legge di bilancio ha prorogato il lavoro in smart working anche nel 2023 ma soltanto per i lavoratori fragili: chi potrà beneficiarne e fino a quando

chi potrà continuare a lavorare in smart working nel 2023
smart working 2023 (Adobe Stock – Pensioniora.it)

La Manovra finanziaria ha prorogato fino al 31 marzo 2023, il diritto al lavoro agile. A causa della pandemia il numero di lavoratori italiani che prestano la loro attività da remoto è passato da 500 mila a 5 milioni. Questa modalità di impiego, d’altronde, garantisce tantissimi benefici soprattutto economicamente, in quanto comporta numerosi risparmi sui trasporti.

Tutto ciò, di conseguenza, aiuta a ridurre anche l’inquinamento. Inoltre, ci sono altri vantaggi come il recupero di ore di vita e la riduzione dello stress lavorativo e la maggiore vicinanza alla famiglia. Infatti, i lavoratori in lavoro agile possono dedicare il tempo risparmiato, necessario per raggiungere il proprio posto di lavoro, in hobby o altre passioni. Inoltre, alcuni dati, hanno rilevato anche un aumento della produttività e qualità del lavoro.

Smart working nel 2023 solo per i lavoratori fragili: chi vi rientra

chi potrà continuare a lavorare in smart working nel 2023
smart working 2023 (Adobe Stock – Pensioniora.it)

La proroga fino al 31 marzo del lavoro agile riguarda, però, soltanto i lavoratori fragili e quelli affetti da gravi patologie croniche con scarso compenso clinico. Infatti, un emendamento approvato in commissione Bilancio alla Camera ha eliminato la tutela per i lavoratori con figli under 14. Per quanto riguarda, invece, la categoria interessata, sono considerate patologie con gravi compromissioni della risposta immunitaria, ad esempio, quelle relative a trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva.

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La proroga si riferisce anche a coloro i quali entro due anni dal trapianto di organo o dalla terapia immunosoppressiva, ha subito un trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Sono ricompresi anche i pazienti oncologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi o i soggetti a dialisi. O anche quelli che abbiano tre o più delle seguenti condizioni patologiche: cardiopatia ischemica; fibrillazione atriale; scompenso cardiaco; ictus; diabete mellito; broncopneumopatia ostruttiva cronica; epatite cronica; obesità.

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Dunque, per questa categoria di soggetti il datore di lavoro dovrà favorire lo svolgimento dell’attività lavorativa in modo agile. Se fosse necessario, eventualmente, assegnandogli anche altre mansioni che meglio si adattino alle loro esigenze di salute. Tutto questo, chiaramente, dovrà avvenire senza alcuna decurtazione dello stipendio.

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