Guida busta paga | Come leggerla correttamente

Ogni lavoratore, con contratto riceve la busta paga. Vediamo come bisogna leggerla e controllarla senza cadere in errori

Lettura corretta busta paga
Busta paga-(Foto Adobe-pensioniora.it)

Ogni lavoratore ed impiegato, con tanto di contratto regolare, che sia a tempo indeterminato o meno, non vede l’ora alla fine del mese di controllare la propria busta paga, di quanto è il pagamento, se ci sono dei bonus all’interno e se tutto è inserito come previsto.

Dopo un mese intero di lavoro, fatto di straordinari, orari di notte, bisogna anche controllare la busta page per bene, per non restare delusi da ciò che è scritto all’interno. Perché è possibile che i datori di lavoro, possano fare qualche “scherzetto” per evitare qualche tassa in più. 

Leggere bene la busta paga

Lettura corretta busta paga
Irpef-(Foto Adobe-pensioniora.it)

La busta paga, è considerata come il bilancio finale che il datore di lavoro consegna mensilmente al dipendente e riporta con tutte le specifiche del caso, l’importo complessivo della retribuzione percepita dal lavoratore nel tempo di riferimento, con tanto di bonus previsti, ad esempio “l’assegno unico”. 

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Ma per chi è alle prime armi nel mondo del lavoro, e riceve finalmente una prima busta paga, non deve controllare solamente l’entrata finale di denaro. Infatti, all’interno di essa ci sono tante altre informazioni che bisogna controllare. Sono presenti, dati fiscali e di contribuzione non facilissimi da esaminare. 

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Possiamo leggere una busta paga, dividendola in tre parti: informazioni sull’impiegato; il pagamento che spetta al lavoratore e tutte le trattenute fiscali (IRPEF), i contributi previdenziali e il trattamento di fine rapporto (TFR).

Prima parte: 

  • Mese di retribuzione e paga base
  • Dati dell’azienda per la quale si lavora: ossia codice  numero di posizione INAIL e numero di posizione INPS
  • Dati anagrafici dell’impiegato, riferimenti contrattuali, posizioni INAIL ed INPS e la sua funzione lavorativa.

Seconda parte:

  • ore ordinarie;
  • premi;
  • ore straordinari;
  • indennità ovvero, la  retribuzione indiretta, rappresentati dai giorni di ferie ottenuti, i permessi, le festività, la malattia, l’infortunio, la maternità.

Terza parte:

  • Dati previdenziali, con il totale dei contributi, che il datore di lavoro deve versare a INPS ed INAIL, trattamenti economici in caso di malattia e di maternità, Cassa Integrazione e mobilità, gli assegni familiari.
  • Dati fiscali, con pagamenti delle imposte lorde e nette IRPEF,
  • TFR (Trattamento di Fine Rapporto), che rappresenta il totale di tutte le mensilità lorde ottenute, diviso 13,5 e l’imponibile TFR uguale alla somma di tutte le quote maturate anno per anno.

Per quanto riguarda l’IRPEF, ricordiamo che, la lettura è divisa in questo modo:

Fino a 15.000 euro di reddito su un’aliquota del 23%; Da 15.000 euro a 28.000 euro di reddito, su aliquota del 25%; 28.000 euro a 50.000 euro di reddito, con aliquota del 35% ed infine oltre 50.000 euro di reddito, c’è un’aliquota del 43%.

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