Pensione di invalidità | Occhio se hai 65 anni

La pensione di invalidità è riconosciuta in seguito ad accertamenti medici. Una sentenza della Corte di Cassazione ne specifica i requisiti anagrafici

pensione invalidità 65 anni
Disabile (Foto Pixabay – pensioniora.it)

L’assegno mensile che prevede un sostegno per le persone invalide, in percentuali differenti in base alle manomazioni alle attività quotidiane, viene erogato dall’INPS dopo un accertamento della Commissione medica, che analizzando le cartelle del soggetto, ed effettuando controlli medici, determina l’esistenza o meno dell’invalidità valida per l’assegno ed anche la percentuale. Alcune invalidità sono permanenti, dunque la revisione è richiesta solo per un aggiornamento sulla percentuale. Altre sono temporaneee, per cui dopo un po’ di tempo l’INPS convoca il doggetto disabile per rinnovare la visita medica ed i controlli.

Se egli non si presenta la prima volta senza una motivazione valida, viene organizzato un secondo appuntamento. Al quale il soggetto non può mancare. Se lo fa, rischia la sospensione dell’assegno della pensione di invalidità. Queste sono le regole generali. La pensione di invalidità ultimamente è stata soggetta a modifiche grazie ad una sentenza della Corte di Cassazione.

Pensione di invalidità, cosa cambia nel 2023

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Disabile (Foto Pixabay – pensioniora.it)

La sentenza è stata emessa di seguito alla richiesta per la pensione di invalidità da parte di una donna che aveva compiuto 65 anni. L’INPS ha rifiutato la domanda appellandosi all’articolo 8 del decreto legislativo n. 509/1988, secondo il quale la pensione di invalidità è riconosciuta dai 18 ai 65 anni, dato che dopo scatta la pensione sociale, o meglio detto l’assegno sociale. Nello specifico l’articolo dice che: “la pensione di inabilità e la pensione non reversibile di cui all’articolo 1 della legge 26 maggio 1970, n. 381, e successive modificazioni, sono concesse, rispettivamente, ai mutilati ed invalidi civili ed ai sordomuti di età compresa fra il diciottesimo ed il sessantacinquesimo anno, fermi restando i requisiti e le condizioni previste dalla legislazione vigente”.

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E la Cassazione ha dato ragione all’INPS, affermando che “la pensione d’inabilità nonché l’assegno di invalidità civile non possono essere riconosciuti a favore di soggetti il cui stato di invalidità si sia perfezionato con decorrenza successiva al compimento dei sessantacinque anni, come si evince dal complessivo sistema normativo, che, per gli ultra sessantacinquenni, prevede l’alternativo beneficio della pensione sociale”. La novità 2023 è che la possibilità di usufruire della pensione di invalidità è stata spostata a 67 anni, 2 anni in più.