Pensione per tutti a 64 anni | Novità nel 2023

Nel 2024 si potrebbe andare in pensione a 64 anni. Per ora è solo una ipotesi ma vediamo cosa potrebbe accadere

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pensionamento a 64 anni 2024 (Foto Adobe-pensioni.it)

Il 2023 è da poco iniziato e con il nuovo anno sono entrate in vigore tutte le nuove leggi presenti nella Legge di Bilancio messa a punto dal governo Meloni. Tra le novità della nuova Manovra ci sono sicuramente le pensioni dal momento che è stata introdotta Quota 103 e sono state prorogate Ape Sociale e Opzione Donna, seppur con qualche modifica.

E mentre il 2023 è da poco iniziato, si inizia già a pensare al prossimo anno quando tutti gli italiani potrebbero andare in pensione a 64 anni. Un pensionamento a questa età senza vincoli dal 2024 potrebbe essere un modo per assecondare, anche se non del tutto, la richiesta dei sindacati che vogliono ancora una pensione per tutti a partire dai 62 anni di età.

Pensione a 64 anni? Cosa potrebbe accadere nel 2024

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pensionamento a 64 anni 2024 (Foto Adobe-pensioni.it)

La pensione a 64 anni a partire dal 2024 è solo una ipotesi che potrebbe comparire sul tavolo delle trattative per la riforma delle pensioni. L’ipotesi sarebbe quella di estendere a tutti la pensione anticipata contributiva che oggi è destinata solo a chi ha compiuto i 64 anni di età ed ha completato i 20 anni di versamenti previdenziali, ma solo a due condizioni.

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La prima di queste due condizioni è che il contributo deve essere stato versato dopo il 31 dicembre 1995; la seconda condizione è che la pensione liquidata alla data di uscita deve essere pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Questo significa che, oltre all’assenza di versamenti prima di una determinata data, si può andare in pensione solo con un assegno che per il 2022 era pari a 1.311 euro al mese circa e che nel 2023 è salito a 1.409 euro al mese.

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La misura, nel 2024 e, lo ricordiamo, solo ipoteticamente, potrebbe essere estesa a chiunque raggiunge i 20 anni di contributi ed i 64 anni di età e a prescindere dall’importo della pensione. Sempre per ipotesi, si potrebbe anche usare la strada della riduzione da 2,8 ad 1,5 volte l’assegno sociale.

Questo significherebbe ridurre il limite da 1.400 euro circa al mese, a 750 euro circa e resterebbe, però, la penalizzazione del ricalcolo contributivo della pensione. Infatti con una estensione ai retributivi del vantaggio della anticipata contributiva, il lavoratore dovrà optare per farsi calcolare l’assegno con il penalizzante sistema.