Pensioni marzo | Tutti gli aumenti fascia per fascia

Gli aumenti sulle pensioni stanno per arrivare. Sei le fasce percentuali. Come sono distribuite e chi riceve l’adeguamento

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Pensione (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Si chiama perequazione. In sostanza non è altro che l’adeguamento della previdenza sociale al costo della vita, che diventa ogni giorno più costoso. Per questo ogni anno le pensioni, come anche altre prestazioni, vengono modificate leggermente. Quest’anno il tasso di inflazione è stato determinato dal Mef al 7,3% lo scorso novembre. Cifra che è cresciuta a dicembre fino a raggiungere anche l’8,8%. Tuttavia per quest’anno le rivalutazioni sulle pensioni si baseranno su que 7,3 percentuale. L’aumento del tasso di inflazione verrà preso in esame per la fine dell’anno e per altri aumenti nel 2024.

Il nuovo Governo ha modificato le fasce di adeguamento, portandole da quattro a sei. Per cui i vari scaglioni di pensioni, ed i rispettivi aumenti, saranno maggiormente dettagliati rispetto allo scorso anno. La novità sulle pensioni di marzo è che tutte le fasce riceveranno l’aumento. Mentre per i mesi di gennaio e febbraio solo la prima fascia ne ha usufruito.

Pensioni marzo, quale sono le fasce di perequazione

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Pensione (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Per considerare le fasce di perequazione sulle pensioni, e di conseguenza la percentuale di aumento, si deve partire dall’assegno di prestazione minima della pensione, che quest’anno è pari a 525,38 euro. Alcuni pensionati, nello specifico gli over 75, potranno ricevere la pensione minima a 600 euro, ma solo per il 2023. Rimanendo sullo standard di 525,38 euro, si definiscono gli aumenti:

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  • Prima fascia: entro le quattro volte la prestazione minima – dunque entro i 2.100 euro circa – rivalutazione del 100% del tasso di inflazione, quindi il 7,3% pieno;
  • Seconda fascia: tra le quattro e le cinque volte la prestazione minima – tra i 2.101,53 euro e i 2.626,90 euro – rivalutazione 85% dell’inflazione, pari al 6,21%;
  • Terza fascia: tra le cinque e le sei volte la prestazione minima – 2.626,91 euro e i 3.152,28 euro – rivalutazione 53% dell’inflazione, pari al 3,87%;
  • Quarta fascia: tra le sei e le otto volte la prestazione minima – tra i 3.152,29 euro e i 4.203,04 euro – rivalutazione 47% dell’inflazione, pari al 3,43%;
  • Quinta fascia: tra le otto e le dieci volte la prestazione minima – tra i 4.203,05 euro e i 5.253,80 euro – rivalutazione 37% dell’inflazione, pari al 2,70%;
  • Sesta fascia: oltre le dieci volte la prestazione minima – superiori a 5.253,81 euro – rivalutazione 32% dell’inflazione, pari al 2,34%.
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