Bonifico marito-moglie, si può essere soggetti a controlli?

Ecco quali sono i margini fissati dal Fisco per far scattare eventuali verifiche su disposizioni di pagamento sospette. Di quali casi si tratta

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Bonifico bancario (Foto Adobe – pensioniora.it)

Solitamente, quando una giovane coppia decide di sposarsi, due sono i fattori più comuni sui quali confrontarsi: la casa e la gestione del denaro. La prima va scelta in base ad una vastissima serie di elementi da spuntare: affitto o proprietà (a seconda delle disponibilità economiche), piccola abitazione o sufficientemente grande per accogliere l’arrivo di un figlio ecc. Mentre per quanto riguarda l’aspetto delle finanze, che a questo punto diventa una gestione in comune, si tratta di pensare ad un’eventuale apertura di un conto corrente cointestato.

Sembrerebbe la scelta più ovvia, dal momento che le comprensibili esigenze di risparmio chiamerebbero in causa la possibilità di evitare la “doppia spesa” per la gestione di due conti separati. De gustibus; a dipendere è spesso l’opzione – da parte della coppia – di optare per la separazione dei beni, più che per la comunione, spingendo a mantenere in vita il conto di cui si è titolari sin dallo status di single.

Bonifico marito-moglie, quando scattano i controlli

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Bonifico bancario (Foto Adobe – pensioniora.it)

In molti altri casi, tra i coniugi c’è chi mantiene il vecchio conto personale ed è uno dei titolari di un conto condiviso con l’altro coniuge. Insomma, è molto probabile che si dia inizio ad una lunga serie di girofondi di somme in denaro. Apparirebbe – quello del “girofondo” – come una delle argomentazioni preferite dal Fisco per aprire un fronte di sospetti ed eventuali controlli.

Ed in effetti lo è. I controlli dell’Agenzia delle Entrate sono costantemente volti ad eliminare la circolazione di entrate o ricavi a nero, “lavati” con il passaggio di conti spesso condivisi, o ancor peggio da “conti di copertura”. Dunque, anche quando si tratta di un familiare stretto, la Guardia di Finanza si può attivare in nome della lotta all’evasione fiscale, ma soltanto a partire da un ventaglio di condizioni.

I giroconti sono pressoché ad appannaggio del ménage domestico, e i versamenti vengono effettuati sulla base del vincolo di familiarità; dunque, a prescindere dalla causale, difficilmente scattano i controlli. A meno che – ad esempio – uno dei due coniugi non lavora ma si ritrova un saldo sul conto incredibilmente alto. Altri accertamenti si concretizzano se un coniuge consegna regolarmente contanti, oggetti di prelievo, all’altro. In particolare, se le somme cash sono superiori a 3mila euro, i controlli sono assicurati. Altrimenti, con cifre piuttosto basse, non sussisterebbe alcun margine di sospetto.

 

 

 

 

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