Busta paga, 70€ in più col Decreto lavoro: chi li troverà

Questi sono i destinatari in possesso del cedolino che riceveranno gli attesi incrementi annunciati dal Decreto Lavoro. Di cosa si tratta

Busta paga (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nel complesso dei notiziari fiscali, si leggono e si ascoltano i proclami derivanti perlopiù dalla legge di bilancio e da questi si ricava l’odierna misura del lavoro portato avanti dall’attuale governo presieduto da Giorgia Meloni. È noto che si è già assistito a qualche cambiamento (e neanche di poco), ma molti altri sono stati preannunciati, sebbene debbano ancora raggiungere almeno la forma di decreto.

In virtù della prerogativa assistenziale e sulla scorta del sisma economico che agita da più di un anno il terreno dei redditi familiari, gli argomenti introduttivi riguardano fondamentalmente misure economiche di assistenza al reddito nei confronti dei nuclei a carico di lavoratori, pensionati e percettori di indennità e sussidi. Diverse novità integrative vertono sulla rimodulazione del contrasto alla povertà. 

Busta paga, 70€ per questi lavoratori: chi sono

Busta paga (Foto Adobe – pensioniora.it)

La suddetta premessa, oltre a quanto tempo il Reddito di Cittadinanza è stato sotto i riflettori della cronaca (compresa quella odierna), sembra avanzare la conclusione che il mondo del lavoro, nel Paese, non costituisca la sostanza dei settori trainanti l’economia nazionale. Ovviamente non è così, dal momento che le prime a beneficiare della forza lavoro, in particolare il lavoro dipendente, sono le casse previdenziali, che attingono dai contributi per pagare le pensioni di oggi.

Ciò è dovuto al fatto che la macchina statale, in fatto di trattamenti pensionistici, cammina secondo la trazione del sistema contributivo. Ai lavoratori sono dedicati alcuni sostegni che non si palesano soltanto in seno alla disoccupazione: con una famiglia a carico beneficiano dell’Assegno Unico e degli ANF; mentre, sul piano più strettamente legato alle buste paga, sono stati già investiti dal taglio del cunuo fiscale contributivo: ossia la doppia forbice del 3 e del 2% per i redditi annui – rispettivamente – fino a 25mila e 35mila euro.

Questo con il vecchio decreto. Infatti a poche ore dal varo, il Decreto Lavoro annuncia la modifica alle percentuale; una modifica più che soddisfacente, dal momento che i tagli sono stati attestati al 7 e al 6% sui redditi lordi annui suddetti. La defiscalizzazione riguarda i contributi pensionistici versati sia dai lavoratori del settore pubblico sia i lavoratori del settore privato. In concreto, si prevede che rientrino nelle buste, aumenti dai 35 ai 70 euro (per i redditi più alti). Sono salvaguardate le pensioni future, dal momento che non subiranno decurtazione con la riduzione dei versamenti. Unico effetto collaterale: aumentando il reddito, l’imponibile fiscale va in incremento e con esso la tassazione diretta.

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