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Bonus e Incentivi

Assegno figli, aumenti INPS da luglio: cifre e chi riguarda

Ecco quali possibili incrementi nei sussidi potrebbero palesarsi con l’arrivo di luglio per questi nuclei familiari. Quali novità all’orizzonte

Famiglia (Foto Adobe – pensioniora.it)

Giugno è il mese perfetto per pensare alle vacanze; anzi, sin troppo perfetto, quasi in ritardo per quei lavoratori alle prese con i calendari delle ferie, i cui giorni, caldissimi, tra luglio e agosto, sono oggetto della spartizione tra i colleghi. Uscendo dalla consuetudine, in realtà, è un privilegio, questo, non alla portata di tutti. D’altronde, per certi versi, si finisce a considerare talune pessime condizioni di lavoro quasi un lusso rispetto all’endemica assenza occupazionale che segna diverse generazioni di individui. Le statistiche sulla disoccupazione sono a dimostrarlo.

Le ferite si acuiscono quando poi ci si sofferma sulla disoccupazione giovanile, spesso arenata tra l’abbandono anticipato degli studi e l’anzianità anagrafica accumulata per il netto prolungamento degli studi. Ma questa istanza è posta in particolare evidenza dal momento che l’occupazione, il lavoro, rappresenta la prima prerogativa all’interno della Carta costituzionale. Per questo, la struttura previdenziale dello Stato non può che contemplare un ventaglio di strumenti a favore dei redditi più svantaggiati.  

Assegno figli, aumenti INPS da luglio: chi ne beneficerà

INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

A parte il lungo discorso trainante le pensioni, l’INPS, sulla base delle suddette premesse è titolare di alcuni degli strumenti più utili per alimentare, per quel che è possibile, le tasche dei cittadini più indigenti. Certo, sono coinvolte fasce di lavoro e non altre, ma questo non vuol dire che non si attivino altre misure, nel presente o nel futuro. Ad esempio, in tema di disoccupazione, i lavoratori dipendenti possono usufruire provvisoriamente dell’indennità di disoccupazione, nota come Naspi. Tale misura è appannaggio anche di collaboratori, borsisti e lavoratori a progetti; almeno nella sua versione chiamata Dis-Coll. 

La Naspi si può richiedere a partire dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento involontario. Viene dunque erogato un contributo mensile per la durata minima di 6 mesi; in effetti, la durata delle erogazioni è stabilità dal contratto nazionale di categoria a cui il lavoratore appartiene. Il contributo mensile è economicamente pari al 75% della media degli ultimi quattro anni di busta paga. Se la durata dei pagamenti è superiore a 6 mesi, dal settimo mese, l’assegno viene scalato del 3% di mese in mese, fino alla scadenza accordata.

Certo, la condizione generale peggiora quando un lavoratore disoccupato tiene un nucleo familiare con tanto di figli a carico. In tal caso, così come per i percettori del Reddito di Cittadinanza, il soggetto può richiedere cumulativamente l’Assegno Unico, strumento previdenziale indispensabile per le famiglie, specialmente se con figli minorenni o disabili a carico. Inoltre, dal governo Meloni, stanno arrivando opportuni aumenti legate alle diverse aliquote che caratterizzano l’AUU nella sua soglia reddituale di 40mila euro. Aumenti e maggiorazioni caratterizzeranno i nuovi pagamenti dal 1° luglio e fino al 30 giugno 2024. Grazie la variazione inflazionistica pari all’8,1%, la rivalutazione ISTAT annuale ha consentito questi incrementi, specialmente per le famiglie con componenti maggiorenni inabili, con mensilità di: 254,79 euro con reddito fino a 31.569,47 euro (tre componenti); 411,60 euro con reddito fino a 31.569,47 euro (quattro componenti); 569,03 euro, con reddito fino a 31.569,47 euro (cinque componenti); 332,54 euro con reddito da 39.358,50 euro a 43.100,83 euro (quattro componenti); 183,58 euro con reddito compreso tra 39.358,50 euro e 43.100,83 euro (tre componenti). Aumenti anche per gli ANF (Assegni Nuclei Familiari), destinati ai nuclei che includono coniugi, fratelli, sorelle, zii e nipoti; sì, ma solo su base reddituale, finendo per favorire chi ha un reddito più alto: per il minimo di 52,91 euro (per 1 familiare a carico), la precedente soglia era di 29.203,95 euro; con l’adeguamento, il contributo minimo si ottiene fino a 31.569,47 euro.

 

Pubblicato da
Roberto Alciati