Annullate queste cartelle esattoriali da 100 mila euro

Arrivano delle novità importanti per quanto riguarda le cartelle esattoriali: saranno annullate quelle fino a 100mila euro

cartelle esattoriali
annullamento cartelle esattoriali 100euro (Foto Adobe -pensioni.it)

La nuova manovra messa a punto dal governo Meloni prevede, tra i vari emendamenti, anche la rottamazione e stralcio di varie cartelle esattoriali. Se da una parte dunque saranno annullate le cartelle esattoriali di cifra inferiore a mille euro, dall’altro lato in Italia continua a tenere banco anche la sanatoria delle cartelle esattoriali.

In particolare, ad essere al centro dell’obiettivo, è la sanatoria delle liti tributarie che rientra nel concetto di pace fiscale. Tale sanatoria tende a ridurre una parte delle circa 47mila impugnazioni sulle quali le sezioni apposite della Cassazione sono chiamate a statuire. Vediamo il tutto nel dettaglio.

Cartelle esattoriali: possibile annullamento fino a 100mila euro

cartelle esattoriali
annullamento cartelle esattoriali 100euro (Foto Adobe -pensioni.it)

Si tratta di una vera e propria rottamazione a tutti gli effetti e che riguarda le cartelle esattoriali per le quali è stata già fatta opposizione dai contribuenti e che possono essere pagate dal 5 al 20% del valore della lite. Per avere questo tipo di rottamazione il contribuente deve avere già avuto ragione alla Commissione tributaria provinciale o al cospetto della Commissione tributaria regionale.

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La cancellazione di questo tipo di cartelle si basa su due meccanismi: se l’Agenzia delle Entrate è uscita sconfitta in uno solo dei due gradi di giudizio possono essere annullate le liti per somme fino a 50mila euro, pagando il 20% dell’importo vantato da fisco. Dall’altro lato se l’Agenzia delle Entrate è uscita sconfitta da entrambi i gradi di giudizio, possono essere annullate le cartelle fino a 100mila euro pagando il 5% del valore della controversia.

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I contribuenti interessati potranno chiedere la sanatoria entro il 16 gennaio 2023 compilando l’apposito formulario e inviandolo via PEC alla sede dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competente. Il contribuente dovrà versare il 5 o il 20% del valore della lite mentre deposita la domanda. Se la somma già pagata è superiore a quella dovuta non sono previsti rimborsi.

Ricordiamo, infine, che possono avere la definizione agevolata anche le cause pendenti anche più tardi del 16 settembre. Non sono invece più considerate pendenti le cause che sono già giunte a sentenza definitiva prima che il contribuente presenti la domanda per la definizione agevolata. Non rientrano in questa logica le liti che coinvolgono l’Unione Europea.

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