Non conta soltanto l’aspetto quantitativo o qualitativo; dimagrire diventa una questione di orario. Quando uscire per andare a correre
Lo si vede tante volte nelle stracittadine organizzate dai Comuni; spesso, le maratone aperte ad atleti non agonisti raccolgono l’adesione di molti appassionati di sport e di coloro che praticano jogging, su strade o nei sentieri di un parco pubblico. Di recente, con l’emergenza sanitaria da Coronavirus, si è compreso come l’attività fisica fosse un po’ la chiave segreta per arginare le restrizioni sulle uscite e al contempo mantenere una buona condizione fisica in una circostanza così difficile.
Un’antifona salutistica che si sta comprendendo ben oltre le vicissitudini sanitarie finalmente superate: il numero dei corridori è in continuo aumento, alimentato dalla reazione verso uno stile di vita sempre più propenso alla sedentarietà e al rischio di assimilare nel corpo gli agenti esterni inquinanti. La pratica del jogging resta comunque l’attività principale per chi si immette in strada per perdere qualche chilo di troppo.
Allenarsi per un tempo congruo e misurando lo sforzo cardiaco, sono punti fondamentali, specialmente se si corre in qualità di principianti assoluti. Come tutto, il dimagrimento richiede tempo e pazienza, e dedicarsi ad un’attività fisica per tale scopo non esclude perseveranza e lunghe attese prima di vedere i risultati sperati. Non è soltanto una questione di qualità della corsa, oppure di quanto si corre.
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È l’orologio a suggerire il momento migliore prima far fruttare i propri sforzi verso la perdita sicura delle calorie in eccesso. In realtà, l’ora migliore è conosciuta un po’ da tutti gli sportivi, sebbene, tra questi, la considerano una leggenda metropolitana. Il riferimento è all’esercizio a stomaco vuoto. In sostanza, il momento migliore per allenarsi riguarda l’unica occasione possibile di trovarsi lo stomaco sgombro da vicine digestioni, ossia prima della colazione.
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Ovviamente, al mattino, prima di fare colazione significa che ci si trova a digiuno e dunque si parla di un reale esercizio a digiuno. Ancora a letto, le condizioni sono quelle ottimali per dimagrire: i livelli del glicogeno sanguigno sono bassi e gli ormoni presentano adeguati livelli di tiroxina, cortisone e adrenalina. Attenzione, però: a digiuno, sorgono stanchezza e perdita di energie; quindi, se da un lato il grasso diminuisce, la richiesta di zuccheri aumenterà. Occorre un apporto energetico negativo, ossia le calorie bruciate sono superiori a quelle immesse. A sostenere la dieta, ci pensa inoltre il consumo di ossigeno, il quale si accentua nella fase successiva allo sforzo.