Se hai questa cifra sul conto avrai una brutta sorpresa

Ci sono delle notizie non proprio piacevole per alcuni correntisti, ecco alcune  perdite cosa comporta  per il conto

Conto corrente perdita
Conto corrente (Foto Adobe – pensioniora.it)

Immobilizzare delle somme consistenti sul proprio conto corrente bancario o postale può essere una scelta condivisibile o meno, ma resta una decisione strettamente personale. Ogni conto ha dei costi e delle spese di mantenimento che sono chiarite nei contratti che vengono stipulati all’apertura o rinnovati di tanto in tanto.

Quindi è sempre opportuno fare molto attenzione alle clausole previste e contenute nei contratti. Anche in fase di rinnovo si deve sempre leggere cosa comporta il cambiamento per i risparmi, soprattutto in termini di spese che si possono trovare quasi improvvisamente. Comunque deve essere chiaro quanto si paga per il mantenimento di cifre anche importanti sul conto corrente, senza forme di investimento.

Cosa si paga con una cifra di rilievo sul conto senza investimenti

Conto corrente perdita
Conto corrente (Foto Adobe – pensioniora.it)

Generalmente il mantenimento di un conto corrente prevede il pagamento di un canone mensile, per il tipo di servizio avuto, con addebito a fine periodo stabilito dal contratto (mensile, bimestrale, trimestrale di solito). Secondo le stime disponibili i costi maggiori ci sono per i conti bancari di tipo tradizionale (si parla di circa 100 euro all’anno), seguiti da quelli postali e infine da quelli on line.

Al posto di queste forme di immobilizzazione si può pensare ad una carta prepagata con iban che supplisce quasi completamente a un conto normale. Ha il vantaggio di costare molto meno e non si versa l’imposta di bollo. Quindi è conveniente anche rispetto a carta di credito e libretto di risparmio.

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Quest’ultimo è un vero e proprio salvadanaio e non ha costi di apertura, gestione e chiusura. L’imposta di bollo è di 38,20 euro per le persone fisiche e giacenze medie annuali rendicontate almeno di 5000 euro. Ma la vera spesa negativa per chi immobilizza cifre consistenti è l’inflazione che erode inesorabilmente il potere d’acquisto del denaro.

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Nel triennio 2020/23, pur con un’inflazione che si prevede in discesa al 6,5 per cento quest’anno, la perdita di potere d’acquisto di una somma pari a 50mila euro è circa di 7/8mila euro per il periodo considerato. Un discorso simile si può fare per i conti postali. Una soluzione potrebbero essere i conti deposito, ma vanno ridiscussi con la banca per ottenere dei vantaggi reali.

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