In pensione già a gennaio per chi è nato in queste due date

In arrivo buone notizie per tutti gli italiani che stanno per lasciare il mondo del lavoro e sono nati in questi anni

pensioni
pensioni (Foto Pixabay)

Sono tanti gli italiani che a breve dovranno lasciare il mondo del lavoro perché hanno raggiunto l’età della pensione. Queste persone, però, sono anche molto preoccupate dal momento che ancora non è stata varata una nuova Riforma delle Pensioni, cosa che dovrà fare entro la fine dell’anno il nuovo governo Meloni.

Il 31 dicembre scade non solo Quota 102 che ha preso il posto di Quota 100, ma termineranno la loro corsa anche Opzione Donna e l’Ape Sociale per i lavori gravosi. Se da una parte i sindacati chiedono a gran voce l’introduzione di Quota 41, ci sono dei lavoratori che potranno lasciare il mondo del lavoro nel 2023 con 20 anni di contributi.

Pensioni, se sei nato in questi anni puoi andarci già a gennaio

pensione
pensione (Foto Pixabay)

Nel 2023 potranno lasciare il mondo del lavoro tutti coloro che hanno messo da parte 20 anni di contributi e che sono nati nel 1956 e nel 1959. Specifichiamo che nei 20 anni di contributi sono inclusi tutti quelli versati a qualsiasi titolo o accreditati: oltre che quelli da lavoro sono inclusi quelli da riscatto, quelli volontari e la contribuzione figurativa.

Leggi anche: Pensioni INPS, quota 41 soluzione per evitare la legge Fornero?

Oltre a quelli nati nel ’56 anche coloro che sono nati nel 1959 e sono iscritti alla previdenza sociale dopo il 31 dicembre 1995 potranno lasciare il mondo del lavoro a 64 anni e con soli 20 anni di contributi versati. Per poter andare in pensione in questo modo, però, serve che la pensione liquidata sia pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Si tratta di lavorati che hanno la pensione calcolata interamente con il metodo contributivo.

Leggi anche: Assegno sociale anche se rinunci al mantenimento: come funziona

Coloro che rientrano in questa categoria devono approfittare dell’uscita dal mondo del lavoro a queste condizioni altrimenti potrebbero perdere anche la pensione di vecchiaia ordinaria. Questo potrebbe accadere se queste persone non raggiungono la pensione minima pari a 1.311 circa al mese.

Questa opzione, se non accettata, può comportare l’esclusione della pensione anticipata contributiva e anche il pensionamento a 67 anni sempre per lo stesso vincolo della pensione minima alla data di decorrenza. Per la pensione di vecchiaia i contributivi puri, devono ottenere almeno un assegno pari ad 1,5 volte l’assegno sociale. In assenza di una pensione pari a 702 euro al mese la pensione slitterebbe a 71 anni.

Impostazioni privacy