Opzione uomo, nuova uscita INPS per andare in pensione

Ecco in studio per la nuova legislatura l’opzione al maschile per agevolare il congedo lavorativo ed acquisire il trattamento. I dettagli

Opzione uomo, nuova uscita per pensione INPS
Pensioni INPS (Foto Adobe)

Dalle ultime indiscrezioni, sembra che manchi davvero poco alla nascita del nuovo governo, i cui nomi nei dicasteri verranno decisi con un breve giro di consultazioni, e presto si arriverà al suo giuramento di fronte al Presidente della Repubblica. Il “disbrigo degli affari correnti” dell’esecutivo uscente è dunque in rapida conclusione, per lasciar posto alla nuova compagine aperta da Giorgia Meloni.

Dalle dimissioni del luglio scorso, Mario Draghi ha dovuto prendere comunque delle decisioni tutt’altro che di ordinaria amministrazione, considerando la delicata situazione storica e geopolitica che vive l’Europa; oltre alla crisi del gas dove sono precipitati Paesi come la stessa Italia, danneggiata dall’aumento delle tariffe energetiche e dalla galoppante inflazione a scapito dei redditi più bassi. 

Opzione uomo, quanti anni di contributi versati sono richiesti?

Opzione uomo, nuova uscita per pensione INPS
Pensioni INPS (Foto Adobe)

L’odierna somministrazione di bonus e incentivi ai redditi più svantaggiati di alcuni lavoratori, pensionati, autonomi, partite iva e percettori di sussidi, dovrà accompagnarsi con una manovra ben più ampia che coinvolge i temi rimasti senza una risposta immediata  in conclusione di legislatura. Le questioni interne sono principalmente di ordine economico e necessitano di un riscontro immediato dal governo appena sarà insediato.

Le calamità economico-finanziarie ricondotte alla riduzione di disponibilità energetica, la quale si riflette sui maggiori costi, che a loro volta provocano l’impoverimento massivo di molte famiglie e la chiusura delle imprese, medie e piccole, si affiancheranno alle priorità non più rimandabili quali: la gestione dei fondi europei in ottica del PNRR, l’inflazione, il futuro dell’Assegno Unico alle famiglie e del Reddito di Cittadinanza, nonché la riforma delle pensioni. 

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Su quest’ultimo punto, si dovrà rispondere a stretto giro affinché si eviti al 31 dicembre 2022, alla scadenza della Quota 102 – 64 anni di età più 38 anni di contributi per approdare alla pensione – il ripristino in ventiquattr’ore dei requisiti pensionistici della controversa Legge Fornero. La modifica del sistema pensionistico con nuove misure agevolative il ricambio generazionali di alcuni lavoratore è stato promesso sin dalla campagna elettorale e oggi pare che la convinzione di un cambio di rotta persista.

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Resta un punto fermo: l’“Opzione Donna”. Si tratta della misura di congedo anticipato per le donne a 58 anni, se appartenenti al settore pubblico, e a 59 anni per le lavoratrici del settore privato; entrambi in possesso di 35 anni di contributi versati. Questo modello potrebbe ora estendersi anche agli uomini: nasce così l’Opzione Uomo. La fuoriuscita anticipata, tuttavia, comporterà un taglio dell’assegno pensionistico variabile dal 13 al 30 per cento. Soltanto nei prossimi si potranno vedere gli esiti del dibattito, influenzato altresì dalla competizione con l’altra ipotesi, la Quota 41, ovverosia la quota di 41 anni di contributi versati ma con una soglia di età ancora non specificata.

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