La falsificazione o la modifica di un testamento è un atto che riporta sull’aspirante erde delle responsabilità piuttosto gravi
Nel momento del decesso di un parente stretto, si pongono due situazioni distinte. L’apertura della successione, con inventariamento dei beni e successiva accettazione o rifiuto da parte dei chiamati all’eredità, oppure il testamento. Questo semplifica il procedimento di assegnazione dei beni, in quanto è esplicitamente suddiviso nella carta valida firmata dal de cuius e sottoscritta davanti ad un notaio e due testimoni. Anche se di forte potenza giuridica, un testamento non è inattaccabile. Ad esempio nel caso in cui un filgio sia stato estromesso dal testamento, la legge intrviene ripristinandogli il diritto alla legittima, ma non annullando il testamento.
Nel momento il cui la carta viene aperta e letta davanti agli eredi, c’è sempre un momento di suspense, che difatti diviene materia plurima di film e narrazioni. Nel caso in cui alcuni eredi siano rimasti delusi, scatta l’accertamento sulla legittimità testamentaria.
Testamento, cosa avviene nel caso di manipolazione
Dunque la prima cosa che gli eredi delusi tentano di far è invalidare il testamento per mancata espressa volontà del parente deceduto o per infermità mentale, che sia temporanea o permanente. Ed anche far analizzare, a proprie spese, il documento stesso da un esperto. Se ci sono tracce di manomissione o di alterazione, il documento verrà considerato nullo, almeno nella parte alterata. Nel caso in cui sia stato scritto tout court da un pugno altrui, esso non è valido.
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L’erede che ha alterato il testamento, non solo si ritrova con un documento nullo tra le mani, ma rischia l’eredità. Difatti la questione si pone nei termini in cui se ad aver modificato il documento sia stato un parente stretto, come il coniuge o un figlio, a cui spetta per legge la legittima, come si fa ad escluderlo dall’eredità per punirlo della manomissione?
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E qui si rientra nella possibilità per il Tribunale di considerare indegno un erede. L’indegnità a succedere viene attribuita a “chi ha indotto con dolo o violenza la persona, della cui successione si tratta, a fare, revocare o mutare il testamento, o ne l’ha impedita; chi ha soppresso, celato o alterato il testamento dal quale la successione sarebbe stata regolata ; chi ha formato un testamento falso o ne ha fatto scientemente uso“. E di conseguenza escluso dall’eredità.
