Queste vedove non potranno avere la pensione di reversibilità

Ecco per quale motivo una quota del trattamento pensionistico del soggetto deceduto non è scontata verso tutti gli altri coniugi superstiti. I dettagli

vedova reversibilità
Pensione di reversibilità (Foto Adobe – pensioniora.it)

Spesso si suole dire che un nucleo familiare costituisce l’unità elementare di una società. In effetti è vero e in gran parte riscontrabile. Gli esiti positivi di un processo insito nell’evoluzione di una famiglia sono estremamente simili ai risultati prodotti dalle dinamiche macroscopiche dell’organizzazione sociale; si tratta soltanto di considerarli in scala ridotta. Per converso, anche quelle che sono le crisi globali di un contesto oggettivamente sconfinato, non solo dissimili dalla involuzione che può maturare tra le mura domestiche.

Pertanto quell’economia di casa, comunemente definita reddito, viene investita tanto da fenomeni positivi che la valorizzano (a beneficio di tutti i componenti della famiglia) quanto da fenomeni negativi che ne stravolgono i tratti dell’andamento successivo della sussistenza. Tra gli eventi che generano scossoni di non secondaria importanza, il principale è quello associato alla morte di un familiare.

Perché alcune vedove non otterranno la pensione di reversibilità?

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Pensione di reversibilità (Foto Adobe – pensioniora.it)

Di fronte al lutto per la morte di uno dei membri della famiglia, si generano sicuramente degli squilibri insanabili se il tentativo è quello di ripristinare l’armonia precedente. Si tratta non solo di dinamiche affettive venute meno, ma anche del meno squilibrio economico, accentuato dall’eventualità che a passare a miglior vita sia stato il titolare del principale reddito di famiglia. 

Dunque, specularmente significa che i familiari superstiti siano spesso economicamente non autosufficienti o non possiedano un reddito autonomo. Nel caso che il soggetto deceduto fosse stato un titolare di un trattamento pensionistico, l’INPS colma la voragine economica venuta a crearsi, fornendo la cosiddetta pensione di reversibilità, ossia una quota del trattamento mensile ricevuto dal de cuius, oggi destinata in primis alla linea diretta, ossia all’altro coniuge e ai figli.

Se il nucleo familiare superstite a carico non è composto dai suddetti soggetti, ma da fratelli, sorelle e da genitori eventualmente ancora in vita, la pensione di reversibilità verrà assegnata a questi soggetti. In effetti, nel novero della linea diretta rispetto al soggetto defunto, il ricevimento della quota pensionistica non è così scontata; in particolare, l’altro coniuge, la vedova per esempio, potrebbe non ottenere il riconoscimento, oppure vedersi revocare la prestazione INPS. Sì, poiché, oltre al fatto che l’ente eroga una quota decurtata del 60% rispetto al trattamento del defunto, l’altro coniuge deve rispettare alcuni criteri: se  è separato o divorziato, dev’essere titolare di un assegno divorzile e non essere convolato a nuove nozze; pena la revoca. Inoltre, alcuni redditi autonomi, in possesso del superstite, possono sensibilmente ridurre la prestazione in base alle tabelle di riferimento.

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