Pensioni, aumenti in anticipo: la novità

In arrivo aumenti anticipati per i pensionati. Incontro positivo nella giornata di ieri tra parti sociali e governo

Pensioni (Foto Pixabay)

Il governo italiano non ha più la fiducia del parlamento e questo fattore ha concluso la legislatura in anticipo di alcuni mesi aprendo le porte alle urne per il 25 settembre. In questa fase, però, la Costituzione prevede che non ci siano vuoti istituzionali. Infatti, il governo e le commissioni delle Camere restano in carica per gli affari correnti.

Inoltre, essendo un periodo di straordinaria criticità con una guerra alla quale l’Italia partecipa anche se in maniera indiretta; un’inflazione che sta facendo perdere potere di acquisto ai cittadini e una pandemia che, seppur sotto controllo, non è ancora debellata definitivamente.

Pensioni, rivalutazioni anticipate

Pensioni (Foto Pixabay)

Pertanto, il Capo dello Stato ha autorizzato il governo uscente ad effettuare anche interventi legislativi in caso di necessità e urgenza attraverso lo strumento dei decreti legge. Per combattere contro le conseguenze economiche e sociali dell’inflazione, il 27 luglio si sono incontrati sindacati e governo per decidere come venire incontro ai cittadini più in difficoltà.

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La riunione ha prodotto un importante accordo per le pensioni. Infatti, si è deciso di anticipare la rivalutazione delle pensioni che, stando alla normativa, avviene ogni anno a partire dal mese di gennaio. Si tratta della rivalutazione al costo della vita calcolata in base alla media dell’inflazione dell’anno precedente.

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Nel caso specifico si andrebbe ad anticipare la rivalutazione prevista per gennaio 2023 di alcuni mesi calcolando il tasso medio dell’inflazione dei primi sei mesi dell’anno. Non è stata ancora individuata una percentuale di aumenti e da quale mese dovrebbero partire. E’ emersa una cifra che si aggira intorno al 2%.

Si è scelta questa strada insieme alla decontribuzione delle buste paga più basse invece di replicare il bonus da 200 euro. Quest’ultimo, invece, dovrebbe essere soltanto allargato ad una platea di cittadini che non rientrava tra gli aventi diritto previsti dall’ultimo decreto che ha introdotto lo strumento una tantum.

 

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