Tutela per i lavoratori che chiederanno lo smart-working

E’ finalmente arrivato il momento di dare la giusta importanza anche a quei lavoratori che richiedono a gran voce lo smart-working.

Tutela
Tutela per i lavoratori
(Foto Pixabay – PensioniOra.it)

Con l’inizio del nuovo, è finalmente arrivato il momento di parlare di una categoria di lavoratori che molto spesso finiscono per essere dimenticati o ancora sottovalutati. Facciamo riferimento a coloro che, nello specifico, richiedono di poter lavorare in smart-working: una dimensione del lavoro, questa, che nel nostro Paese fa ancora molta fatica a immettersi nella nostra concezione di quotidiano e che per tanto ha difficoltà a decollare.

Mentre, infatti, all’esterno lo smart-working è ormai una realtà affermata a tutti gli effetti, non si può certo dire lo stesso per noi. Per poter realmente parlare di questa dimensione del lavoro in modo concreto abbiamo, infatti, dovuto attendere fino a quando non c’è stato il boom decretato forzatamente dalla pandemia da Covid-19. E nonostante questo, ancora oggi, sono molti i lavoratori che si vedono riconosciute non poche difficoltà nel lavorare in questa modalità.

Smart-working, tutela per questi lavoratori

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Tutela per i lavoratori
(Foto Pixabay – PensioniOra.it)

Ebbene sì, con l’inizio del 2023 è finalmente arrivato il momento di parlare dei lavoratori che hanno deciso di lavorare in smart-working, e che da tempo cercano di farsi riconoscere i loro dirette e le loro tutele. Per il nuovo anno, infatti, è stato stabilito che a poter accedere a questa forma di lavoro “intelligente”, saranno unicamente coloro il cui accordo individuale lo prevede. Ci sono, tuttavia, degli importanti cambiamenti in vista.

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A essere interessati da questi cambiamenti nel mondo dello smart-working saranno, in particolare, tutti quei genitori che hanno figli con un età non superiore ai quattordici anni e che, fino a questo momento, hanno beneficato del regime semplificato. A partire da questo nuovo anno, insomma, si ritorna a quelle che erano le normative vigente nel periodo precedente alla pandemia da Covid-19. Ciò vuol dire che tutti i lavoratori saranno esclusi dalla possibilità di estendere il proprio lavoro a questa modalità più “intelligente”, fatta eccezione per i cosiddetti lavoratori fragili.

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Ciò vuol dire che tutti coloro che fino a questo momento hanno potuto beneficiare dello smart-working, come ad esempio i genitori con figli non al di sopra dei quattordici anni, saranno costretti a fare un deciso passo indietro. Per quelle aziende, invece, che continueranno a estendere questa possibilità, ci sarà bisogno di raggiungere un’intesa collettiva con l’accordo individuale da parte degli accordi sindacali. In questo caso specifico, ad avere la precedenza, saranno quei genitori con figli fino ai dodici anni o disabili, o ancora i lavoratori disabili o i cui familiari necessitano della loro cura o assistenza.

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