Queste sono le modalità di interruzione del contributo in vigore prima della definitiva sostituzione dall’inizio del prossimo anno. Ecco i particolari
Se ai tempi della manovra di bilancio, le scelte politiche del governo Meloni erano apparse in perfetta continuità con i provvedimenti firmati dall’esecutivo guidato da Mario Draghi, l’attuale legge di bilancio ha mostrato delle specifiche peculiarità che hanno ridimensionato la suddetta opinione. Soprattutto, ciò è avvenuto in una condizione di continuo aggiornamento delle criticità che colpiscono l’economia globale (con i riflessi nelle economie nazionali).
Certamente i punti in comune che legano le ultime due legislature riguardano la prosecuzione, nell’anno corrente, della vita di alcune indispensabili misure economiche. A differenziare le condotte di queste, dopo la proroga, vi è stata la scelta di apportare alcune radicali modifiche, che specie in un caso specifico, ne fa uno strumento al termine della sua operatività.
Nuovo RdC, quando si prevede l’interruzione
D’altronde, l’operato dell’inflazione in corsa ha un indubbio impatto sulle casse dello Stato in tempo pressoché reale. Dunque, il rischio di non riuscire a coprire tutte le misure ordinarie e straordinarie erogate tramite l’INPS, è in effetti un rischio dietro l’angolo, frutto di una rivalutazione al ribasso per i cittadini, o meglio al rialzo secondo il costo della vita. Nel frattempo, le iniziative istituzionali hanno puntato sul sostegno alla famiglia.
A supporto dei nuclei, vi sono i bonus sociali, riguardanti nascite, maternità per lavoratrici disoccupate e sostegno alle spese per gli asili nido. Oltre a tali contributi, è possibile sempre ottenere la misura principale, ossia l’Assegno Unico e universale per le famiglie con figli minorenni e disabili a carico. Giunto alla seconda annualità di erogazioni, è richiedibile per la prima volta o rinnovabile, previ requisiti, dai titolari del Reddito di Cittadinanza.
Proprio il Reddito di Cittadinanza è la misura economica che è più al centro dell’attenzione, dal momento che, nonostante la proroga, avrà vita breve. I pagamenti, già “accorciati” a sette mensilità, vedranno l’affiancarsi della nuova MIA, la misura di inclusione attiva, a partire dal prossimo settembre, prima della totale sostituzione dal 1° gennaio 2024. A sua volta, la MIA si declinerà nei contributi della GIL (Garanzia di inclusione) e la GAL (Garanzia per l’attivazione lavorativa), a seconda che si tratti di soggetti lavoratori o disabili. Di fatto, l’attuale RdC scadrà definitivamente il 31 dicembre 2023, con il conseguente stop delle erogazioni.