Assegno unico | Chi perderà soldi nei prossimi mesi

Sta per finire il primo anno di assegno unico. Ed in seguito a conguagli annuali l’INPS dovrà richiedere 210 euro ad alcune famiglie

Assegno unico INPS chi dovrà restituire 210 euro
INPS (Foto Pixabay – pensioniora.it)

L’assegno unico sta per spegnere la sua prima candelina. Esattamente alla fine di febbraio, dato che a marzo 2022 sono iniziate le prime erogazioni sul conto corrente bancario dei beneficiari. Anche se la misura in realtà ha preso il via a gennaio 2022, quando le famiglie hanno potuto iniziare a inoltrare la domanda all’INPS. Difatti la novità principale dell’assegno unico, oltre al fatto che racchiude tutti gli altri bonus per i figli, è che le pratiche sono gestite interamente dall’INPS.

L’ente nell’ultimo anno si è trovato quindi con un carico di lavoro aggiuntivo non da poco: ricevere le domende, valutarle, comunicare l’esito, calcolare l’importo dell’assegno unico, erogarlo, gestire le comunicazioni, gli arretrati etc. Al punto che è stato richiesto un incremento di organico che finirà su un bando pubblico specifico, proprio per acquisire nuovo personale che gestisca al meglio l’assegno unico. Anche perché ci possono essere errori che conseguono problemi per le famiglie. ome questa restituzione di 210 euro che alcune famiglie dovranno fare.

Assegno unico INPS, chi dovrà restituire 210 euro

Assegno unico INPS chi dovrà restituire 210 euro
Figli (Foto Pixabay – pensioniora.it)

Con la fine del primo anno, verranno fatti per bene i conti sull’assegno unico e chiusi i conguagli. Ciò significa che verranno determinate le somme da restituire e quelle da richiedere indietro. I famosi attivi e passivi. Nello specifico è stato fatto un errore che dovrà essere sanato. L’INPS, come stabilito dall’articolo 4, comma 8 del decreto legislativo 230 del 2021, ha erogato una maggiorazione di 30 euro al mese alle famiglie con figli dove entrambi i genitori lavoravano.

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Ed anche in caso di famiglia monoparentale. Questo per aiutare economicamente le famiglie che non essendo presenti, avrebbero dovuto assumere una baby sitter o trovare un posto per i figli durante il lavoro.

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Il problema è stato che da marzo a settembre, quei 30 euro sono stati erogati a tutte le famiglie che li richiedevano, senza controlli. Ed ora si ritrovano a richiedere indietro i 210 euro accreditati indebitamente, che verranno scalati dalle prossime mensilità dell’assegno unico. Solo per chi non ne aveva diritto.

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