Busta paga, extra il mese prossimo: controlla se rientri

Importi al rialzo nei cedolini di maggio per i lavoratori dipendenti; ecco cosa sta giustificando l’aumento dello stipendio. Di cosa si tratta

extra busta paga
Extra in busta paga (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il principio di perequazione su alcune determinate entrate che coinvolgono lavoratori e pensionati sta rappresentando la componente che meglio sta agendo sulle difficoltà a far fronte alla forsennata corsa dell’inflazione. Certo, è il governo stesso a non liberare la rivisitazione degli importi a briglie solte, ma di fatto è quella che meglio sta rincorrendo le equiparazioni a livello percentuale.

La “linea teorica” interna alla previdenza sociale hai favorito gli effetti dell’ultimo adeguamento ISTAT, per una frazione anticipato all’inizio dell’ultimo trimestre 2022. Come da piano stabilito per decreto dall’allora governo Draghi, si è iniziato con l’applicazione di un indice previsionale pari al 2%, successivamente conguagliato a partire dal mese di gennaio con un indice effettivo pari al 7,3%. 

Busta paga, extra il mese prossimo: chi ne beneficerà 

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Extra in busta paga (Foto Adobe – pensioniora.it)

Sebbene le aliquote sulle basi reddituali abbiano regolato l’applicazione dell’indice sui cedolini pensionistici INPS, di fatto le prime prestazioni previdenziali sono quelle che meglio beneficiano della perequazione. In senso concreto, i percettori trovano del reale denaro in più disponibile. Ciò si è riscontrato con l’incremento delle pensioni minime, circoscritto però ai soli over 75, per i ratei passeranno a 600 euro dal prossimo maggio.

Un “trattamento” diverso è invece riservato ai lavoratori, ed in particolare ai lavoratori dipendenti. Su questo settore, ogni presunto aumento si concretizza non tanto con del cash aggiunto, bensì promuovendo un piano di defiscalizzazione sugli importi lordi; in sostanza, allentando la pressione contributiva che finirà per generare un differenziale del tutto assente nei mesi antecedenti all’iniziativa.

Anche in questo caso l’esempio non manca: l’imminente taglio del cuneo fiscale contributivo, tramite due forbici, pari a 3% e 2% che investiranno i redditi annui lordi, rispettivamente, fino a 25mila e 35mila euro. Sempre dal mese di maggio, anche alcuni lavoratori troveranno una novità (gradita) in busta paga (quella di aprile): +30 euro lordi mensili, che si vanno ad aggiungere ad un’una tantum da 200 e 150 euro, complessivamente spalmati nei primi mesi del 2023. L’incremento è giustificato dalla firma del 12 dicembre scorso, sul rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, messa Confcommercio e i sindacati di categoria, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil per i settori del commercio, del terziario e dei servizi.

 

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