Il TFR è il trattamento di fine rapporto, quello che comunemente viene chiamato liquidazione. La cifra spettante può essere controllata facilmente
Quando è arrivato il momento della cessazione del rapporto di lavoro tra datore e dipendente, quest’ultimo riceve il TFR, ovvero il trattamento di fine rapporto lavorativo, che comunemente viene chiamata liquidazione. Il TFR è una cifra ben precisa, calcolata secondo criteri di legge, sotto la quale non si può scendere. Il datore di lavoro può concordare una buonuscita superiore, ma non inferiore. Il TFR spetta in caso di dimissioni volontarie, licenziamento ed anche pensione.
Il calcolo del TFR è piuttosto semplice. Si calcola per ogni anno lavorativo il totale su tredici mesilità e si divide per 13,5. Poi, si sommano tutte le annualità. Per avere il conto esatto, si sottrae lo 0,5% di questa quota all’INPS come contributo pensionistico. Ed infine si somma il 75% del tasso d’inflazione annuale definito dall’ISTAT. Questo è il calcolo per conoscere il trattamento di fine rapporto, il TFR. Può sembrare un conto complesso, ma in pratica, se si ha avuta una retribuzione più o meno stabile, si può avere un’idea orientativa moltiplicando una retribuzione mensile per il numero di anni di lavoro.
TFR, dove controllare in busta paga
Il TFR può essere visualizzato con precisione. Ci sono modi distinti. Tramite una pagina dedicata del portale INPS. Si accede all’area personale tramite le chiavi digitali e poi si richiede la visualizzazione del TFR. Oppure si può controllare facilmente in busta paga. La busta paga è quel documento che il datore di lavoro deve obbligatoriamente inviare al dipendente ogni mese, contestualmente all’erogazione dello stipendio. L’omissione di questo dovere corrisponde ad illecito.
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La busta paga è divisa in tre sezioni. La prima espone l’anagrafica del dipendente. La seconda riguarda il netto ed il lordo dello stipendio, e mostra le trattenute contributive e fiscali. La terza ha tutta una serie di specifiche, tra cui permessi, monte ferie ed altro, ed anche il TFR maturato. Sia in quel mese che il montante complessivo. Fino al 2018 era possibile per il lavoratore richiedere mensilmente l’anticipo del TFR che finiva in busta paga. Dal 2018 questa possibilità è stata abolita.